Tridimensionale, sostenibile e accessibile: la visione di Acer per il 2022 (e oltre)

Come d’abitudine, Acer ha svelato durante un evento complessivo la sua gamma di prodotti per l’anno in corso e anche anticipato alcune delle tendenze che la riguarderanno nel futuro più o meno prossimo.

Fra computer fissi, portatili, Chromebook, tablet e monitor, spicca anche un laptop in grado di mostrare contenuti 3D senza bisogno di occhiali 3D: si chiama Predator Helios 300 SpatialLabs Edition, ha schermo UHD da 15.6” ed è insieme un notevole traguardo tecnologico e anche un’idea che fa storcere un po’ il naso, perché il 3D è una di quelle soluzioni tecniche che da anni (da decenni, anzi) non riescono a uscire dal mondo delle promesse e a farcela davvero. E però: “Noi crediamo che sia giusto puntare su questo, non tanto o non solo per un un’utenza consumer, ma soprattutto per i professionisti – ci ha spiegato Diego Cavallari, country manager di Acer per Italia e Grecia – Il nostro Concept D, il desktop in grado di fare anche animazione tridimensionale, ha tante applicazioni nell’industria della moda o della progettazione, perché chi lo usa può vedere quello che sta creando senza dover realizzare un prototipo, senza dover stampare nulla. È un investimento che permette di risparmiare altri costi”.

Che c’entra questo con la versione SpatialLabs del Predator Helios 300? “È un portatile dedicato al gaming, e crediamo che in questo settore ci sia ancora spazio di crescita e di utilizzo per il 3D – ci ha detto ancora Cavallari – Il prezzo che avrà, intorno ai 1500-2000 euro, lo rende tutto sommato accessibile. E la nostra tecnologia, che si basa su telecamere che rilevano la posizione degli occhi di chi guarda e proiettano le immagini 3D nel suo campo visivo, rende tutto molto più fruibile che in passato”.

Il nuovo Predator Helios 300 SpatialLabs Edition

Sulla strada della sostenibilità

Parlando di “molto più che in passato”, una cosa che Acer è molto più che in passato, è essere sostenibile: l’azienda di Taiwan ha da tempo avviato un percorso che va verso un maggiore rispetto della natura e un minore impatto ambientale, che nel 2020 (secondo il consorzio Erion WEEE) ha portato a un risparmio di quasi 3 milioni di kWh, pari al consumo elettrico di oltre 2600 persone in un anno, e più di 2300 tonnellate di emissioni di CO2, come quelle di 710 auto che in un anno percorrono 20mila chilometri.

Simbolo concreto di questo è la linea Vero, composta da monitor, computer desktop e portatili, mouse e tastiere realizzati con materiale riciclato: “Sono nati un po’ come una sorta di esercizio, per dimostrare che una cosa del genere era fattibile, e sono diventati molto più di questo – ci ha raccontato Cavallari – Sul tema c’è tantissima attenzione, di recente abbiamo stretto un accordo con una catena italiana della grande distribuzione che per i suoi punti vendita ha voluto proprio un portatile della gamma Vero, un prodotto da 799 euro e non un modello entry level, come magari ci saremmo aspettati”. Sulla sostenibilità c’è molta attenzione, ma anche la sostenibilità è costosa da perseguire: dei 799 euro di cui sopra, 100-150 sono dovuti proprio alla maggiore cura per l’ambiente messa durante il percorso produttivo, però “ci sono sempre più clienti che sono disposti a pagarli, e noi siamo pronti a investire in questa direzione e a sostenere i costi necessari”.

Talmente tanto pronti che l’azienda sembra intenzionata a estendere questa filosofia anche a famiglie di computer più performanti e dedicati ai gamer: “Sono convinto che entro il 2035 quasi tutti i nostri prodotti saranno Vero-based”, cioè ispirati alla stessa attenzione per la natura.

Diego Cavallari Country Manager Acer Italia e Grecia

Chromebook: tanti e tanto accessibili

Attenzione che da tempo Acer riserva ai Chromebook, i notebook equipaggiati con il sistema operativo di Google: in gamma ne ha ormai una ventina, con processori di ogni tipo e schermi che vanno sino ai 17” e “ormai controlliamo un terzo del mercato mondiale”, anche se la sensazione è che il successo di queste macchine non sia ancora quello che potrebbe essere. In che senso? “Nella prima fase della pandemia, con la corsa ai computer per lavorare o studiare da casa, hanno sostituito i pc entry-level, che semplicemente non c’erano nella fascia 3-500 euro – è la riflessione di Cavallari – I dati di vendita sono cresciuti tantissimo, ma erano dati un po’ falsati, appunto dalla mancata disponibilità dei concorrenti”. Dopo avere raggiunto picchi del 10%, oggi i Chromebook rappresentano più o meno il 6% del mercato italiano, un dato che secondo Acer è più realistico.

L’azienda comunque continua a credere molto in questi dispositivi, ma perché siano scelti da più persone, e perché le persone li preferiscano a un computer con Windows, serve più impegno anche da parte di Google: “Devono fare maggiore comunicazione su questi prodotti e devono farli conoscere, anche a chi li deve raccontare e vendere ai potenziali clienti. Se non succederà, è difficile che i Chromebook riescano a uscire dalla nicchia in cui stanno, quella dei computer under 500 (euro, ndr)”.

Fonte : Repubblica