Lo ha detto il direttore della Prevenzione del ministero della Salute, analizzando gli ultimi dati relativi al monitoraggio settimanale della Cabina di Regia. “La circolazione virale resta piuttosto elevata, ed è bene affrontare questa fase mantenendo comportamenti prudenti”, ha poi sottolineato
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“Dopo diverse settimane di decremento, il tasso di incidenza di casi Covid è tornato leggermente a salire e si fissa a 510 per 100mila abitanti”. Lo ha riferito il direttore della Prevenzione del ministero della Salute, Gianni Rezza, analizzando gli ultimi dati relativi al monitoraggio settimanale della Cabina di Regia. “Anche l’Rt mostra una tendenza all’aumento ed è intorno a 0,83, anche se sotto l’unità. Per il tasso di occupazione di area medica e intensiva siamo al 12,9% e al 5,5% con una tendenza alla diminuzione, ma anche se vediamo un calo delle ospedalizzazioni notiamo però un aumento nel numero dei casi”, ha poi aggiunto. In definitiva, “la circolazione virale resta piuttosto elevata, ed è bene affrontare questa fase mantenendo comportamenti prudenti”, ha poi concluso.
Brusaferro: “Questa settimana inversione dell’andamento della curva”
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A commentare la situazione sanitaria, come di consueto, anche il presidente dell’Istituto Superiore di Sanità (Iss), Silvio Brusaferro. “Durante questa settimana c’è stata un’inversione nell’andamento della curva, che nelle scorse settimane era in decrescita mentre ora vediamo una curva che ricomincia a salire. Anche a livello europeo alcuni Paesi segnalano una ricrescita nella curva dei nuovi casi, in coerenza con il dato italiano”, ha sottolineato. La circolazione del virus, ha detto ancora “resta comunque più intensa nelle fasce d’età più giovani e in tutte le Regioni si evidenzia una crescita del numero di nuovi casi”.
Rispettare le misure individuali e collettive
Sebbene, poi, l’occupazione dei posti letto ospedalieri “continui a decrescere, sappiamo tuttavia che c’è sempre un intervallo di tempo tra quando si muove la circolazione del virus in termini di incidenza e gli effetti in termini di necessità di ricorrere alle terapie intensive o all’assistenza ospedaliera”, ha spiegato ancora il presidente dell’Iss. Questa situazione, ha aggiunto, “ci fa ribadire la necessità di rispettare le misure comportamentali individuali e collettive raccomandate così come la necessità di completare la copertura vaccinale in tutte le fasce di età”. La vaccinazione, ha ribadito in conclusione, “rappresenta infatti, insieme ai comportamenti, lo strumento che ci consente di contenere la circolazione del virus e di contenere gli effetti più gravi della malattia”.
Numero limitato di nuovi vaccinati, anche tra i bimbi
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Proprio a proposito della campagna vaccinale italiana, l’esperto ha riportato alcuni dati. “Il numero di nuovi vaccinati questa settimana è piuttosto limitato e rimane abbastanza contenuto il numero di bambini tra 5 e 11 anni che hanno iniziato il ciclo vaccinale, mentre rimane fortunatamente elevato il numero di persone sopra i 50 anni che hanno completato il ciclo vaccinale”, ha detto Brusaferro. “Il numero di persone che non ha invece ancora iniziato il ciclo vaccinale rimane costante ed è pari a qualche milione e questo rappresenta un fattore di rischio importante”.
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Infine, tra i temi toccati da Brusaferro, anche un aggiornamento relativo alla diffusione delle varianti del
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Covid, vaccini disponibili e per chi sono stati autorizzati: il punto
In totale, l’Agenzia italiana del farmaco ha dato il via libera a cinque vaccini contro il coronavirus, estendendo per alcuni di questi l’utilizzo anche ai minorenni. L’ultimo ad aver ottenuto l’autorizzazione, il Novavax, è arrivato nel nostro Paese solo da pochi giorni. Intanto quelli ad mRna, che all’inizio avevano suscitato qualche perplessità per la tecnologia su cui erano basati, sono stati di gran lunga i più utilizzati
Il 27 dicembre 2020 iniziava in Italia e in Europa la campagna vaccinale contro il coronavirus. A un anno e due mesi di distanza da quella data, nel nostro Paese sono stati autorizzati altri quattro vaccini, e in alcuni casi il loro utilizzo è stato esteso anche ai bambini, è arrivato il via libera per un booster ed è stata raccomandata una “quarta dose” nei casi di immunodepressione. Facciamo un punto
I vaccini totali che l’Italia ha approvato dall’inizio della pandemia sono il Comirnaty di Pfizer-BioNtech (autorizzato dall’Aifa il 22 dicembre 2020), lo Spikevax di Moderna (autorizzato il 7 gennaio 2021), il Vaxzevria di AstraZeneca (autorizzato il 30 gennaio), il Janssen di Johnson & Johnson (autorizzato il 12 marzo 2021) e il Nuvaxovid di Novavax
Ques’ultimo è stato approvato lo scorso 22 dicembre per le persone di età pari o superiore a 18 anni e, come si legge sul comunicato dell’Aifa, “ha mostrato un’efficacia di circa il 90% nel prevenire la malattia anche nella popolazione di età superiore ai 64 anni”. Va somministrato in due dosi, a distanza di tre settimane l’una dall’altra e, come ha specificato il Ministero della Salute, può essere utilizzato solo per il cosiddetto ciclo primario