Guerra Russia-Ucraina: 5 cose da sapere oggi

Tredici giorni dall’inizio dell’invasione russa dell’ucraina. Continuano senza sosta i raid aerei e missilistici e gli attacchi con sistemi di artiglieria e con razzi non guidati contro le principali città ucraine (Kiev, Kharkiv, Chernihiv, Mariupol). I fragili accordi di massima tra russi e ucraini raggiunti la settimana scorsa si sono infranti ieri nel muro di accuse reciproche: i russi parlano di strade minate e civili tenuti in ostaggio dai nazionalisti ucraini; ma Anton Gerashchenko, consigliere del ministero degli Interni ucraino, punta il dito contro l’artiglieria degli occupanti che non ha mai smesso di colpire, rendendo di fatto impossibie l’evacuazione di 200.000 civili. “Sono a Kiev , in Bankova Street e non mi sto nascondendo”, dice il presidente dell’Ucraina, Volodymyr Zelensky in un video pubblicato su Telegram. “Non ho paura. La gente in ogni città si sta difendendo, anche senza armi. Io sono qui e non cederò. Fino a quando sarà necessario per vincere questa guerra”. Ecco 5 cose da sapere oggi sul conflitto: il punto a inizio giornata.

Guerra Russia Ucraina: ultime notizie in diretta

1) Mariupol è un obiettivo cruciale per i russi 

Mariupol, nel Sud, è in questi giorni un obiettivo cruciale per i russi. Se conquistassero la città, otterrebbero il controllo completo della costa ucraina sul Mar d’Azov, unendola alla Crimea e, a Nord, al Donbass. È nel sud dell’Ucraina che i russi stanno realizzando più progressi, rafforzandosi per passare all’attacco di Odessa e Mykolaiv, sul Mar Nero, e verso Nord di un altro centro industriale e porto fluviale, Dnipro. Il fronte di Mariupol è uno dei più caldi e importanti in questa fase del conflitto. Sono falliti i recenti tentativi di creare un corridoio umanitario per evacuare i civili dalla città assediata. La situazione per le truppe ucraine rimaste a difesa dello strategico centro portuale diventa sempre più critica: isolate e senza possibilità di ricevere rifornimenti e supporto, dovranno resistere a ulteriori offensive da parte delle forze russe nelle prossime ore, sempre più determinate a prendere il controllo della città.

2) L’attacco a Kiev si avvicina

Secondo lo Stato maggiore ucraino, i russi stanno rinforzando le posizioni per lanciare l’attacco più massiccio a Kiev, malgrado il numero altissimo di perdite subite e i problemi logistici incontrati nei primi 12 giorni di guerra. I tank russi sono entrati alla periferia della capitale e si sono piazzati accanto alle abitazioni. “Dal punto di vista militare, siamo pronti al 100%. I russi cercheranno di entrare a Kiev, ma si renderanno conto che è impossibile. Hanno creduto alla loro stessa propaganda” dice a France24 afferma Serhiy Prytula, un politico ed ex attore, che gestisce uno dei principali hub logistici. “I russi ancora non capiscono dove sono”. Le Forze di difesa territoriale, il secondo fronte della resistenza a Kiev, sono state dotate di attrezzature. Hanno ricevuto armi non appena la Russia ha invaso l’Ucraina. Funzionari della difesa britannica affermano che Putin credeva di poter catturare Kiev e fino a quattro altre città entro 48 ore dall’invasione.

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Membri delle forze di difesa territoriale giocano a dama usando molotov, durante il loro turno di guardia a un posto di blocco nella parte orientale della regione di Kiev (Kiev), Ucraina ANSA/EPA. 

3) L’aviazione ucraina è più forte del previsto

In pochi anche tra gli analisti militari credevano che l’aviazione ucraina sarebbe stata ancora operativa dopo due settimane di guerra: sembra ancora essere parzialmente in grado di eseguire limitate sortite aeree, mentre i sistemi di difesa aerea sono anch’essi attivi, riuscendo ad abbattere in alcuni casi gli aerei russi. Le forze russe hanno perso almeno 46 aerei e 68 elicotteri. I velivoli dell’aviazione di Mosca, spiega sulla Stampa l’analista Margelletti, “impiegando come sembrerebbe munizionamento non guidato e dovendo dunque operare a quote più basse per massimizzare le possibilità di successo dell’attacco, si espongono così ai sistemi anti-aerei spalleggiabili in dotazione alle truppe ucraine”.

4) Perché ogni mediazione è complicatissima: le condizioni di Putin

Erdogan emerge come nuovo possibile mediatore nella crisi ucraina: possibile un faccia a faccia – il primo dall’inizio dell’invasione – tra il ministro degli esteri russo Lavrov e il suo omologo ucraino Dimitry Kuleba l’11 marzo al Forum Diplomatico di Antalya, sulla costa Sud della Turchia. Le condizioni poste da Putin non cambiano: riconoscimento della Crimea, delle repubbliche separatiste del Donbass, neutralità dell’Ucraina. Il sostanziale nulla di fatto delle trattative in Bielorussia tra le delegazioni russa e ucraina rende evidente che la mediazione non sarà facile.

5) La Russia cerca di reclutare combattenti stranieri

Il Pentagono afferma di avere indicazioni sul fatto che il presidente Putin stia cercando di reclutare combattenti stranieri per l’invasione dell’Ucraina. “Stanno cercando di arruolare e reclutare combattenti stranieri – ha confermato un portavoce – e troviamo degno di nota che con più di 150.000 soldati, un’avanzata militare in stallo all’interno dell’Ucraina, in particolare nel nord, Putin abbia ritenuto necessario cercare di reclutare combattenti stranieri per questa sua guerra”. Dal punto di vista militare, le cose non stanno andando come Putin si aspettava. “Crediamo che i russi non abbiamo compiuto nessun progresso significativo da giorni” ragiona il portavoce del Pentagono John Kirby nel suo briefing con la stampa. “Continuano la loro avanzata nel sud, con il controllo di piccolo centri, mentre nel nord non hanno conquistato né Kiev né Kharkiv”, ha detto ancora. Quanto a Mariupol, “è circondata” dalle forze di Mosca ma “non ancora presa”.

L’Ucraina può vincere la guerra?

Fonte : Today