Guerra Ucraina-Russia, 12 giorni dall’inizio dell’invasione: Kiev e Kharkiv verso l’assedio. Continua la disperata fuga dei civili. Le ultime notizie fanno riferimento ad attacchi ai civili e ci sono vittime anche tra i bambini. Impossibile o quasi l’evacuazione da Mariupol e da altre città sotto le bombe dei russi mentre si stringe l’assedio attorno alla capitale. C’è attesa oggi per il terzo round dei negoziati ma il realism di Macron gela l’Europa: “Putin non cede su nulla”. Perché l’offensiva russa sta rallentando. Zelensky si appella all’Occidente: “Le sanzioni non bastano”, in un appassionato discorso alla sua nazione nella notte ha avvertito le truppe russe che punirà coloro che hanno commesso atrocità e che “l’unico posto tranquillo” che li attende è la tomba. “Non perdoneremo. Non dimenticheremo”.
Ecco 5 cose da sapere oggi sulla guerra in Ucraina.
Guerra Russia Ucraina: ultime notizie in diretta
1) L’offensiva russa sta rallentando ma l’assedio di Kiev è alle porte
Kharkiv e Kiev vanno verso un assedio che potrebbe essere lungo. Nelle ultime 24 ore è rallentata l’offensive terrestre delle forze russe in Ucraina, probabilmente secondo gli analisti e gli esperti di intelligence per riorganizzare le linee di supporto logistico. Mancherebbero cibo, rifornimenti e munizioni in vari convogli. Sfruttando questa pausa le forze ucraine hanno lanciato una controffensiva intorno alle direttrici orientale e settentrionale, presso Kharkiv, cercando di alleggerire l’assedio che sembra alle porte. Un’intera colonna di mezzi russi è caduta in un’imboscata. I combattimenti a Irpin sembrano il preludio all’assedio della capitale, che per ora non è ancora accerchiata. Gli ucraini a carissimo prezzo resistono, allungano la cronologia dall’assalto finale russo. Su Chernihiv, a nord, sarebbero piovute bombe da 500 chili, modello Fab-500 di progettazione sovietica, che servono a distruggere strutture fortificate, bunker o obiettivi industriali di interesse militare e hanno causato parecchie vittime. Questo episodio, come quelli di Kiev, Mariupol, Kharkiv e Sumy fra gli altri, mostra come l’esercito di Putin stia quindi prendendo di mira i civili con attacchi aerei e terrestri, per accelerare la resa della resistenza ucraina, ma anche gli obiettivi militari.
2) La Polonia non manderà i suoi jet militari in Ucraina
“La Polonia non manderà i suoi jet militari in Ucraina né le consentirà di usare i suoi aeroporti”. Il tweet del premier polacco Mateusz Morawiecki ha messo fine ieri sera a un giallo che stava montando da giorni, angustiando le cancellerie europee più impegnate a lasciare aperto un canale di dialogo con la Russia. In mattinata il segretario di Stato americano Antony Blinken era sembrato, infatti, confermare indiscrezioni rimbalzate sui media e alimentate da un’incauta uscita dell’Alto rappresentante europeo Josep Borrell. “Stiamo lavorando attivamente” perché la Polonia invii all’Ucraina aerei militari, compresi Mig-29 di fabbricazione russa, in cambio di una fornitura di F-16 americani, aveva annunciato Blinken. Da tempo il presidente ucraino Volodymyr Zelensky esercita pressioni sugli americani e gli europei perché aumentino i loro sforzi militari, perché dichiarino una no-fly zone in Ucraina, mossa che non è all’orizzonte perché rischierebbe di scatenare una guerra tra la Nato e la Russia.
3) Putin non cede su nulla
Secondo Macron e Bennett, Putin non si fermerà. Il premier israeliano Naftali Bennett è andato nel weekend in Russia per un colloquio con Vladimir Putin: è uscito pessimista dalle tre ore di faccia a faccia con Putin, che ha poi risentito ieri al telefono. “Continueremo tutti gli sforzi possibili, ma non vedo molte chances” ha detto. Emmanuel Macron ha riparlato ieri con il presidente russo, e ha dovuto prendere atto della sua “determinazione” a continuare l’offensiva militare. Macron dopo aver sentito per oltre un’ora Putin ha definito il colloquio inutile: “Non cede su nulla”
4) La Cina può essere determinante per fermare la Russia
Il ruolo della Cina potrebbe essere una delle ultime carte sul tavolo per frenare Putin. Pechino ha interesse a ristabilire la quiete sui mercati per proseguire la sua scalata globale. La guerra di Putin “è tossica per Xi Jinping perché provoca uno sconquasso mondiale che non è negli interessi della Cina”, scrive oggi la Stampa. Finora la Cina si è barcamenata con due astensioni all’Onu. “Da come la Cina deciderà di uscire da questa strettoia dipendono forse le prospettive di una soluzione politica della guerra, certamente il ruolo internazionale di Pechino, finora seconda potenza mondiale ma non leader globale sullo stesso piano degli Usa […] La guerra ucraina è l’occasione per fare il salto di qualità internazionale”. Da una parte “indebolisce l’Occidente, distrae gli Stati Uniti dal Pacifico per farli ripiombare nelle beghe europee e una Russia provata militarmente, impoverita economicamente e isolata politicamente, sarà ancor più tributaria della Cina”. Ma la Cina “ha un interesse fisiologico alla stabilità internazionale”. E i cinesi non si aspettavano la reazione compatta dell’Occidente: “La capacità di assumere costi e sacrifici, la difficile decisione di armare gli ucraini, lo straordinario affiatamento fra Stati Uniti, Ue e Nato, l’improvviso riavvicinamento fra Londra e Bruxelles, meritano rispetto nel mondo della realpolitik che Xi Jinping pratica. Entrano nel calcolo e controbilanciano i guadagni immediati della semplice solidarietà con Mosca”.
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5) Negoziati difficili: oggi terzo round
Oggi terzo round dei negoziati. Non è possibile negoziare sulla “integrità territoriale dell’Ucraina”, su questo “la nostra posizione è ferma”. Lo ha detto David Arakhamia, capo negoziatore di Kiev e leader del partito di Zelensky, in una intervista esclusiva alla Fox. Nei negoziati, ha aggiunto, “le uniche parti su cui è quasi impossibile mettersi d’accordo sono la Crimea e le cosiddette repubbliche che la Russia insiste nel riconoscere come indipendenti. Questo non è accettabile nella società ucraina. E non si tratta dei politici, ma degli ucraini che non lasceranno mai che ciò accada. Questa è la sfida principale e, onestamente, non sappiamo ancora come superare queste barriere”. “Un membro della delegazione ucraina avrebbe annunciato la possibilità di accettare parte delle condizioni della Russia ai negoziati”. Lo scrive Komsomolskaja Pravda, giornale molto vicino al Cremlino, definendo “molto interessante” tale dichiarazione. Ma non ci sono conferme e secondo le sue dichiarazioni riportate su Telegram ci sono però questioni tra Ucraina e Russia, su cui sarebbe “praticamente impossibile mettersi d’accordo”, ovvero la Crimea e il riconoscimento dei territori ribelli del Donbass da parte di Mosca.
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Fonte : Today