Ucraina, a Roma sfila il corteo per la pace: in 50mila per dire “stop alla guerra”

‘Stop alla guerra in Ucraina’. E’ questo lo slogan ripetuto nei diversi striscioni del corteo di Roma partito da piazza della Repubblica e arrivato a piazza San Giovanni dove sul palco allestito per l’occasione si sono alternati discorsi e appelli di pace.

Ucraina, a Roma sfila la manifestazione per la pace

Un fiume di persone, 50mila quelle annunciate, che si è snodato per le strade della città per ribadire il no alla guerra e chiedere il cessate il fuoco in Ucraina, martoriata da dieci giorni di conflitto. Nella manifestazione indetta da Cgil, Rete Italiana Pace e Disarmo insieme a tantissime altre associazioni per Europe for peace, hanno sfilato cittadini, intere famiglie, studenti, sindacati e associazioni. 

Corteo per la pace, Landini: “Stop guerra, servono soluzioni diplomatiche non armi”

“La Cgil è scesa in piazza perchè è un compito fondamentale per un sindacato quello di battersi contro la guerra. Non esistono le guerre giuste e le bombe intelligenti” – ha detto dal palco il segretario generale della Cgil, Maurizio Landini, sottolineando che oggi “è giusto che tutto il popolo della pace prenda la parola”. “Vorrei avanzare una proposta. Io credo sia venuto il momento di assumere un obiettivo” percheè questo “è il momento del coraggio, della responsabilità e dell’utopia. Non dobbiamo soltanto fermare la guerra – ha detto Landini – ma avere un obiettivo più alto: quello di una battaglia per un nuovo modello sociale capace di abrogare la guerra, così come è stata abrogata la schiavitù”. Poi l’appello alle politiche di accoglienza per i profughi della guerra in Ucraina e per quelle in corso in tutto il mondo. “La guerra non si ferma con altre guerre e non si ferma inviando altre armi al popolo ucraino. La guerra si ferma inviando in Ucraina l’Onu, che è nato dopo la seconda guerra mondiale per impedire lo scoppio di altre guerre. È il momento di fare trattative diplomatiche. È il momento del disarmo”. In piazza anche Massimiliano Smeriglio, eurodeputato S&D: “Siamo migliaia. Un segnale forte da parte delle persone comuni, che invadono le strade della Capitale per dire la loro. No alla guerra di Putin, no ai nazionalismi e alla retorica militarista. Sì alla pace e alla convivenza fra i popoli”.

L’appello alla pace, dai sindacati ai rifuguati: “Cessate il fuoco”

Arrivato da Napoli pure il sindaco Luigi de Magistris: “Sono qui per manifestare contro la guerra e per la pace. No alla guerra di Putin, no all’espansione della Nato, no all’invio di armi e totale vicinanza e solidarietà alla popolazione civile che sta soffrendo” – ha detto il primo cittadino partenopeo auspicando l’immediato cessate il fuoco, la soluzione politica e diplomatica per la pace e contro la guerra. 

“Si torni subito al tavolo negoziale, si imponga la diplomazia per fermare questo drammatico conflitto e questa inaccettabile aggressione. E il grande successo di questa manifestazione, le decine e decine di migliaia di persone che sono in queste strade chiedono questo, qui, ora, subito” – ha sottolineato il segretario nazionale di Sinistra Italiana, Nicola Fratoianni, parlando ai cronisti durante il corteo. 

Dal palco anche l’appello per la pace dei rifugiati in Italia. “Vengo dalla Siria grazie ai corridoi umanitari che hanno dato una risposta alla guerra, permettendomi di ricostruire la mia vita studiando e lavorando. Oggi vedere questa nuova guerra in Ucraina mi riapre le ferite: è la scienza della distruzione. Crea fame, dolore, morte. Io ripudio la guerra come la ripudia anche l’Italia. Mettiamo fine alla guerra” – ha detto Jasmine Abdul Azeem, rifugiata siriana. Nel corso degli interventi è stato letto anche il messaggio della poetessa e artista dì Gaza Samar Malaak: “Ho 22 anni e sono cresciuta sotto l’occupazione israeliana e voglio esprimere la mia solidarietà al popolo ucraino. Prego e spero che la guerra finisca e le future generazioni possano vivere in pace ovunque nel mondo, come in Afghanistan Iraq, Siria, Palestina, Yemen”. Una delle rifugiate afghane portate in Italia dall’associazione Pangea ha aggiunto: “Dobbiamo essere contro la guerra. Io vengo dall’Afghanistan, dove la guerra dura da 45 anni. I talebani ora hanno rimosso le donne da qualsiasi professione e posto della vita pubblica. Ma senza le donne non si raggiungere la pace”.

L’attivista russa: “Da madri dei soldati storie terribili”

Raffaella Chiodo Karpinsky, attivista di origini russe, dice: “Avrebbe dovuto esserci oggi il video messaggio delle donne russe, la Rete delle madri dei soldati composta anche da ucraine e dalle bielorusse, e questo dice molto. Il fatto che non abbiano potuto mandare il video dice anche tanto sulla censura. Raccontano – continua l’attivista – storie terribili di ciò che accade ai loro figli, ma anche ai giornalisti e alle giornaliste, che hanno combattuto anche in solitudine purtroppo in questi anni”. 

Fonte : Roma Today