Il Lazio recluta 500 medici e 170 pediatri da inviare in Ucraina e ai suoi confini

Guerra in Ucraina

5 Marzo 2022

Pronti 500 medici e 170 pediatri del Lazio per andare in Ucraina e ai confini del Paese per assistenza alla popolazione che sta scappando dalla guerra.

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Circa 500 tra medici, infermieri e operatori sanitari e oltre 170 pediatri hanno risposto all’appello della Regione Lazio in merito al reclutamento del personale sanitario interessato a fornire assistenza in Ucraina e nei paesi limitrofi. Alle Asl, riporta oggi il quotidiano la Repubblica, è stata inviata una circolare rivolta a “chi è interessato a collaborare, per il tramite delle Agenzie di coordinamento internazionale, alle attività di assistenza sanitaria nelle aree interessate dal conflitto nonché nei paesi limitrofi”.

L’assessore D’Amato ha dichiarato: “Stiamo completando ancora la stima, ma sono molto colpito, c’è una adesione molto alta: si tratta di circa 500 professionisti, tra medici, infermieri e operatori socio-sanitari, Uscar comprese. Anche 172 pediatri hanno dato la disponibilità per assistere i bambini gratuitamente, sia qui che andando, a turno, nei territori di guerra o nei paesi vicini”.

Per il momento si tratta soltanto di una raccolta di disponibilità, in attesa di un coordinamento a livello nazionale. Da qualche giorno l’assessore alla Sanità del Lazio sta infatti chiedendo al governo di organizzarsi per aiutare la popolazione Ucraina direttamente al confine. Questo anche per un problema di natura epidemiologica: l’Ucraina infatti è il Paese dell’area europea con meno vaccinati (lo è poco più del 30 per cento della popolazione) e quindi D’Amato sta spingendo affinché possano venire somministrati tamponi e vaccini già al loro ingresso nell’Ue e non solo al loro arrivo a Roma, dove è stato allestito un hub alla Stazione Termini proprio per immunizzare e testare i profughi. Per motivi religiosi, tuttavia, sono in molti i cittadini che stanno rifiutando la prima dose di vaccino.

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In attesa di un coordinamento per l’invio di medici italiani ai confini con l’Ucraina, il ministero della Salute ha mandato alle Regioni una circolare intitolata “Crisi Ucraina – Prime Indicazioni per Aziende Sanitarie Locali” e firmata dal direttore della Prevenzione del dicastero Gianni Rezza e dal direttore programmazione sanitaria Andrea Urbani. Le Asl dovranno predisporre test antigenici e molecolari e dovranno somministrare i vaccini anti Covid alle popolazioni a rischio. Per i cittadini provenienti dall’Ucraina “indipendentemente dalla cittadinanza, privi di digital Passenger Locator Form o di certificazione verde Covid-19, le ASL territorialmente competenti provvederanno all’esecuzione dei test diagnostici nelle 48 ore dall’ingresso, laddove non avvenuta al momento dell’entrata nei confini Nazionali”, prevede ancora la circolare. Tutti coloro che verranno individuati come casi o contatti di caso (esempio allo screening nei Punti di accoglienza) andranno gestiti secondo la normativa vigente”. Viene raccomandato inoltre di offrire la vaccinazione anti Covid a “a tutti i soggetti a partire dai 5 anni di età che dichiarano di non essere vaccinati o non sono in possesso di documentazione attestante la vaccinazione, comprensiva della dose di richiamo (booster) per i soggetti a partire dai 12 anni di età”.

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Fonte : Fanpage