Sulla gestione delle spiagge di Ostia è tutto da rifare. Il Tar del Lazio ha infatti accolto il ricorso dei privati contro la delibera della giunta Falconi. Il provvedimento, firmato dalla squadra di governo del Municipio X, prevedeva di prorogare fino al 2023 le concessioni ai vecchi concessionari.
Cosa prevedevano i bandi di Raggi
L’amministrazione pentastellata, nel dicembre del 2020, aveva presentato due bandi per mettere rispettaivamente a gara 37 stabilimenti balneari e 9 chioschi. Questi avvisi pubblici prevedevano una concessione per una sola stagione balneare, con inizio il primo maggio e scadenza il 30 settembre 2021. L’amministrazione si riservava di esercitare l’opzione di rinnovare la concessione “in anno in anno” qualora nel frattempo non fosse stato approvato un nuovo Piano di Utilizzazone degli Arenili (P.U.A.). In ogni caso, veniva precisato negli avvisi pubblici, la durata complessiva dell’affidamento dei singoli lotti non avrebbe potuto superare i quattro anni “uno iniziale – veniva precisato – e fino a 3 anni per gli ulteriori rinnovi”.
L’intervento della giunta Falconi
Il risultato dei bandi emessi durante l’amministrazione pentastellata sono stati inferiori alle attese. All’apertura delle buste un terzo circa delle concessioni, 13 su 37, sono rimaste senza alcuna offerta. Discorso simile per quanto riguarda i chioschi dove, a restare senza proposte, sono stati 2 delle 9 attività messe a bando. Per evitare quindi il caos determinato dalla presenza di molti stabilimenti vuoti, sul finire del 2021 è intervenuta la Giunta Falconi. La squadra di governo municipale ha quindi firmato una delibera che ha prorogato le concessoni ai vecchi gestori.
La decisione del TAR
L’intenzione della giunta Falconi è stata vanificata dalla scelta dello strumento perchè non era quello, una delibera, il provvedimento più adatto a chiudere la vicenda. Perché, ha spiegato il Tar del Lazio, la giunta municipale è “un organo di indirizzo politico” e “non avrebbe potuto revocare la determinazione del 2020” che invece era frutto di un atto amministrativo. Serviva, quindi , l’intervento di “un organo di natura gestionale”, una determina dirigenziale firmata dal direttore del municipio.
Resta valido il bando del 2020
Il Tar del Lazio ha quindi di fatto giudicato “illegittima la revoca della procedura di gara” che era stata indetta sotto l’amministrazione Raggi. E quindi ora, le concessionari balneari, dovrebbero andare agli operatori che hanno vinto la gara del 2020. Quella che doveva durare per il 2021, con possibilità di rinnovi. Un’opzione, quest’ultima, che è legata alla presentazione del Piano di utilizzo degli arenili, il P.U.A. ancora in stand-by.
Tutto da rifare
“Sulla questione spiagge non credevo che la coalizione di maggioranza andasse a sbattere in questo modo – ha commentato il capogruppo del M5s Alessandro Ieva, che ha ricordato anche gli effetti del provvedimento del tribunale. “Il Tar, annullando la delibera, ha imposto di riprendere l’iter dove si era fermato”. Serve quindi il P.U.A. e, nel frattempo, gli operatori che hanno vinto il bando del 2020 attendono di ricevere le chiavi degli stabilimenti. Anche perché, tra pochi mesi, comincia la nuova stagione balneare.
Fonte : Roma Today