A cura di Viviana Filippini
Scorci paesaggistici, ritratti, scene di vita quotidiana narrate con il colore caratterizzano Il mito di Venezia. Da Hayez alla Biennale, la mostra aperta fino al prossimo 13 marzo al Castello Visconteo Sforzesco di Novara. L’esposizione è stata voluta da Mets Percorsi d’arte, Fondazione Castello e il Comune di Novara per commemorare la città fondata 1600 anni fa, il 25 marzo del 421, attraverso le opere di alcuni dei più grandi maestri che lavorarono nella città lagunare nel corso dei primi decenni dell’Ottocento.
Una selezione di 70 opere pittoriche (molte arrivate da collezioni private) suddivise in otto sale all’interno del Castello di Novara, che fanno compiere un vero e proprio viaggio nelle forme, volti, emozioni e architetture create dall’uomo e dalla natura che nei secoli resero Venezia la città dal fascino travolgente. Tra gli artisti presenti (ma sono molti di più) ricordiamo Ippolito Caffi, Guglielmo Ciardi (sua la Veduta della laguna veneziana, 1882, olio su tela per l’articolo) , Pietro Fragiacomo, Giacomo Favretto, Luigi Nono, Ettore Tito.
Le otto sale espositive
La prima sala è dedicata alla pittura di storia, “genere” considerato più nobile della pittura e tra le opere presenti ci sono quattro importanti lavori di Francesco Hayez (1791-1882), tra cui lo splendido Venere che scherza con due colombe (1830), Ritratto di Gentildonna (1835) e Valenzia Gradenigo davanti agli inquisitori (1843-1845), olio su tela (1857).
La seconda sala ha gli autori, veneziani e non, che più di altri hanno dato un importante contributo portando la veduta pittorica a diventare pittura di paesaggio. Tra loro trasformazione del genere della veduta in quello del paesaggio: Ippolito Caffi (1809-1866), Giuseppe Canella (1788-1847), Gugliemo Ciardi (1842-1917), Giacomo Favretto(1859-1941).
La terza sala ospita dodici opere che narrano l’evoluzione dello stile rappresentativo del paesaggista veneto Guglielmo Ciardi.
La quarta, quinta e sesta sala ospitano dipinti con temi la vita quotidiana; gli affetti e la famigli ; il mondo del lavoro e alcune tele dedicate agli idilli amorosi, un soggetto a metà strada tra il genere e il vero molto amato e frequentato dai pittori del secondo Ottocento: al bellissimo Idillio (1884) di Luigi Nono, si aggiungono tele con indimenticabili figure di giovani fidanzati e sposi di Favretto, Tito, e di Alessando Milesi con un altro Idillio (1882 circa) e Corteggiamento al mercato (1887 circa).
La settima sala è dedicata ad un solo artista: Luigi Nono e offre un focus su una delle opere più celebri del pittore, il Refugium peccatorum. Oltre alle redazioni del 1881 e del 1883, grandi tele condotte ad olio, sono esposti studi, disegni ed altre significative opere di confronto, come Le due madri (1886).
L’ottava e ultima sala ospita i dipinti degli stessi artisti tra fine 1800 e inizio 1900 e come cambiò il loro stile pittorico veneziano a contatto con gli artisti stranieri presento Biennali Internazionali d’Arte.
La curatela della mostra è affidata a Elisabetta Chiodini unita ad un prestigioso Comitato scientifico diretto da Fernando Mazzocca, di cui fanno parte Elena Di Raddo, Anna Mazzanti, Paul Nicholls, Paolo Serafini e Alessandra Tiddia.
Il mito di Venezia. Da Hayez alla Biennale
30 ottobre 2021 – 13 marzo 2022
Novara, Castello Visconteo Sforzesco, piazza Martiri della Libertà n. 3
Orari Martedì – domenica 10– 19
La biglietteria chiude alle 18
Informazioni online e social METS Percorsi d’arte
www.metsarte.com
Fonte : Cultora