Il caso di Yandex, il Google russo che potrebbe fallire a causa delle sanzioni Usa

Nonostante un’homepage un po’ anni Novanta (immagine più sotto), e fatte le dovute proporzioni, Yandex è fra i pochi colossi tecnologici della Russia che potrebbe rivaleggiare con Google. E adesso ha lanciato un allarme sui suoi conti, annunciando che potrebbe andare in default dopo essere stato sospeso dalle negoziazioni sul mercato azionario di New York.

Questa settimana, il Nasdaq e la Borsa americana hanno sospeso tutte le quotazioni di società russe, almeno sino a quando non spiegheranno come e quanto saranno colpite dalle sanzioni imposte dagli Stati Uniti e dai loro alleati sulla scia dell’invasione dell’Ucraina da parte di Mosca. In un comunicato, Yandex, che ha sede legale nei Paesi Bassi, ma ha gli uffici principali in Russia, ha fatto sapere di non essere stata presa di mira dalle sanzioni: “Attualmente non ci sono restrizioni legali sulla possibilità dei cittadini statunitensi, britannici o dell’Ue di acquisire e scambiare titoli di Yandex”, si legge nel testo.

Il problema delle obbligazioni da riscattare

E però, la società, spesso chiamata “il Google russo” per le sue dimensione e soprattutto per l’ampiezza dei servizi offerti, ha anche fatto sapere che se verrà sospesa per più di 5 giorni di contrattazioni, i titolari di alcune obbligazioni avranno diritto di riscattare il loro debito, con tanto di interessi. E il problema sta proprio qui: “Il gruppo Yandex nel suo insieme non ha attualmente risorse sufficienti per sostenere queste spese per intero”. Non solo: anche se la società fosse in grado di ottenere finanziamenti e prestiti per pagarle per intero, Yandex ha comunque comunicato che una spesa così grande “avrebbe un effetto negativo concreto sulla posizione finanziaria e sulla liquidità a breve termine e potrebbe influire sulla capacità di adempiere agli altri nostri obblighi”.

Fondata nel 1997, nello stesso anno Yandex ha fatto debuttare il suo motore di ricerca, che è il più grande in Russia e nell’ultimo trimestre del 2021 ha fornito oltre il 60% delle ricerche su Internet del Paese; oggi il gruppo ha un fatturato annuo che sfiora i 5 miliardi di dollari e negli anni ha diversificato i prodotti e offre anche un assistente vocale (si chiama Alice) e un servizio di trasporto e consegna di generi alimentari, esattamente come fanno altri colossi della tecnologia americani.

Fonte : Repubblica