Rally: Rovanpera maturo, ibrido acerbo. Ecco cos’ha detto il round in Svezia

Il Rally di Svezia ha messo in luce il talento di Kalle Rovanpera ma anche i problemi di gioventù delle Rally1. In mezzo una bellissima lotta al vertice a velocità da capogiro

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In un rally orfano di Loeb e Ogier (non succedeva da quindici anni) ci si aspettava che “gli altri” avrebbero sgomitato per guadagnarsi un posto al sole, e così è stato. I protagonisti del WRC hanno corso come se il mondiale si dovesse decidere nella tre giorni svedese. Basti pensare che nelle prime sette prove speciali si sono alternati in testa alla corsa ben cinque piloti diversi, nell’ordine: Tanak, Lappi, Rovanpera, Evans e Neuville (!). Dalla seconda tappa è però salito in cattedra Kalle Rovanpera. Il ventunenne finlandese ha iniziato ad alzare l’asticella, facendo capire agli avversari che sarebbe stato lui l’uomo da battere. Un ritmo sbalorditivo, abbinato ad una gestione della corsa da manuale, gli ha consentito di aggiudicarsi la sua terza vittoria in carriera (a ventun anni dalla affermazione di papà Harri proprio in Svezia) e di raccogliere anche quattro punti extra nella Power Stage. Sulle prove scandinave Rovanpera ha dato la sensazione di essere arrivato a completa maturazione. Un predestinato, cresciuto esponenzialmente sia come professionista che come persona. La mancata esultanza a fine gara, abbinata alle parole di vicinanza al popolo ucraino, è la cartina tornasole di pilota con le sembianze da ragazzino ma la testa da uomo. E se fossimo già davanti ad un pilota in grado di aprire un nuovo, lungo ciclo di successi come Loeb e Ogier? 

Il fattore affidabilità

Il nuovo regolamento non ha solo lanciato nei rally l’evoluzione della tecnologia ibrida ma ha anche introdotto il fattore affidabilità. Una variabile questa che, come da previsioni, sta già giocando un ruolo importante nella corsa al titolo piloti e costruttori. I primi problemi di gioventù delle Rally1 si erano già visti a Montecarlo, ma in Svezia abbiamo assistito ad una vera e propria escalation. Basti pensare che solo Katsuta e Lappi si sono salvati da questo pot-pourri di avarie. Il caso più emblematico è stato quello di Ott Tanak, in piena lotta per la vittoria fino alla PS5 ma costretto a ritirarsi a causa di un problema sulla parte elettrica della sua i20. Sul parabrezza e sui finestrini laterali della vettura dell’estone si è materializzata la famosa luce rossa che indica una avaria elettrica e l’impossibilità di toccare l’auto. “Quello che è successo è una specie di scherzo”, ha tuonato Tanak dopo il ritiro. “Nei rally, se hai quattro ruote e l’auto è in grado di muoversi devi poter continuare a correre. Invece ci sono aziende terze che ti impongono il ritiro: questo dimostra che tutto il sistema è abbastanza fragile”. Un attacco diretto a Compact Dynamics, fornitore unico del kit ibrido delle nuove Rally1. L’azienda tedesca – già fornitrice della MGU a Mercedes in F1 e ad Audi per WRC e Formula E – si è prontamente scusata ed ha assicurato una analisi approfondita dell’accaduto per evitare che il problema si ripeta. 

Velocità

“La Svezia sarà la gara più veloce della storia”, aveva dichiarato Craig Breen alla vigilia. Quasi, possiamo dire noi ora che la gara è andata in archivio. La velocità media di 141,1 km/h fatta segnare da Neuville sulla PS18 ha infatti sfiorato il record di Didier Auriol che resiste da ventidue anni: 142,9 km/h nel Safari Rally 2000. Di certo questa è stata l’edizione del Rally di Svezia più veloce di sempre, complice anche il cambio di location. Gli organizzatori scandinavi hanno spostato la gara più a nord, a Umea, alla ricerca della neve e di temperature più basse. Una scelta tanto obbligata quanto positiva in termini di fondo ma che non ha convinto per la conformazione delle prove speciali. Dietro alle velocità entusiasmanti fatte segnare dai protagonisti del Mondiale Rally c’è infatti un percorso con troppi rettilinei, alcuni dei quali davvero infiniti. Ed ora che la gara è stata confermata per altre due stagioni, l’augurio è che già dall’anno prossimo potremo vedere un percorso sì veloce, ma con più curve.

Fonte : Sky Sport