Il racconto della rapina alle poste di Fidene: “In ginocchio e con una pistola puntata contro per 15 minuti”

“Eravamo in ginocchio, con la pistola puntata contro. Sono stati 15 minuti da incubo”. A raccontare quanto vissuto, è una testimone che ha vissuto in prima persona la rapina all’ufficio postale di via Sinalunga, a Fidene. A compiere il colpo da 45mila euro, un bandito “vestito da operatore dell’Ama”, come hanno sottolineato gli inquirenti che stanno indagando sul caso. 

Il rapinatore, come ricostruito da RomaToday, ha puntato la pistola dietro al collo di una dipendente dell’ufficio postale che stava entrando, per iniziare il turno di lavoro. Poi, con il piede, ha bloccato l’ingresso principale e, con il primo ostaggio sotto tiro, ha minacciato altri due impiegati delle poste. “Sono entrata nell’ufficio e la rapina era già iniziata. Appena ho varcato la soglia, mi ha subito puntato la pistola in faccia facendomi posare la borsa e il cellulare. Ci ha fatto stare in ginocchio per controllarci”, il racconto al nostro quotidiano. 

Il bandito, secondo la testimonianza, era vestito con un bomber verde e i pantaloni arancioni “come quelli dell’Ama”. Il volto era travisato da un cappello di lana, occhiali da sole e mascherina. Per nascondere le tracce, invece, un paio di guanti in lattice celesti. “Si sapeva muovere, si vedeva che non era uno sprovveduto – sottolinea ancora chi era lì – Ha minacciato la responsabile dell’ufficio e gli ha fatto inserire il timer alla cassaforte, per aprirla. Sono stati 15 minuti lunghissimi. Tremavo. Gli ho detto che ho una famiglia e lui, di tutta risposta. Mi ha tranquillizzato dicendo che sa cosa vuol dire, essendo padre. Parlava romano”. 

Spaventate, le vittime non sono state legate, ma comprensibilmente non si sono mosse. Una volta aperta la porta della cassaforte, il rapinatore ha preso i soldi: 45mila euro. “Poi è uscito dal retro. Dalla porta secondaria”. Probabilmente chi ha colpito conosceva bene il posto e, probabilmente, avrà fatto anche una serie di sopralluoghi. Lo dimostrerebbe anche la fuga. 

Il bandito “vestito da operatore dell’Ama”, infatti, per scappare non ha preso via Sinalunga, già traffica a alle 8 del mattino, bensì una strada secondaria. Quindi ha scavalcato un muretto e entrato in una proprietà. Qui ha incrociato il proprietario di casa e, sotto la minaccia della pistola, a lo ha obbligato a collaborare: “Fatti gli affari tuoi o ti ammazzo”. Così si è fatto aprire il cancello, ed è uscito. Sul caso indagano gli ispettori del distretto di Fidene della polizia di stato. È caccia al rapinatore mascherato.

Fonte : Roma Today