Chiara Civello incanta Bologna con la sua voce ipnotica: la recensione

Una notte per sognare, per riprendersi il senso del tempo e della vita. Chiara Civello, la più internazionale delle nostre voci, sceglie Bologna per la data zero del tour che sposa il suo album più recente, Chansons: International French Standards, con una storia artistica di straordinaria intensità ed eterogeneità. La padronanza di più lingue e le sue frequentazioni artistiche permettono a questa artista di portare il pubblico in giro per il mondo. Il Bravo Caffè era pieno per Chiara. Ma confuso nella sua essenza. Mette mestizia osservare, e non è la prima volta, un locale rinomato per la sua accoglienza che dei fasti del passato conserva soltanto i poster alle pareti. E che di bravo ha ormai solo la accezione manzoniana. A regalare sorrisi e gioia (si leggeva netta sui volti del pubblico quasi tutto senza mascherina quindi ben interpretabile) ci ha pensato, per un’ora e mezzo, Chiara Civello (voce, chitarre e piano) con i suoi compagni di viaggio: Dario Bassolino (tastiere), Federico Romeo (batteria) e Dario Giacovelli (basso).

La serata si è aperta con Yesterday when I was young, Cuore in tasca e Pour toi: suoni sincopati, una carezza, un incipit quasi romanzesco per un concerto che anche (quasi) senza vederlo creava turbamenti emotivi. Uno dei momenti per me più intensi è stato Non andare via: il timbro vocale era un susseguirsi di iati e il “uuuu” era una strofa aggiunta, non un semplice vocalismo. Ancora un po’ di Francia con una interpretazione trobadorica de La vie en Rose e poi ecco New York City Boy e My Way: per me, tolta la versione di Frank Sinatra, esisteva solo quella di Syd Vicious. Ora c’è anche quella di Chiara Civello, capace di fare suo, sfumandolo in jazz, “cuocendolo” a bassa temperatura, un brano che facile non è. Si continua con Ora e Qualcuno come teQue reste til de nous amour ci restituisce un afflato internazionale e ci si avvia verso il finale con Perdiamoci, uno straordinaria Io che amo solo te, Un uomo una donna e Metti una sera a cena. Poi chiacchiere e, sorrisi con la gente ma soprattutto belle parole per tutti. Ce n’era, ce n’è bisogno.

Fonte : Sky Tg24