Mentre Anonymous dichiara (cyber) guerra a Vladimir Putin ed Elon Musk mette i suoi satelliti Starlink a disposizione degli ucraini per garantire una connessione a internet, il ruolo crescente delle tecnologie digitali anche in situazioni di crisi è sempre più evidente. Lo dimostra anche la nascita di Prihistok (in ucraino, “Rifugio”): una piattaforma creata in 24 ore da un gruppo di volontari che aiuta a mettere in contatto le persone che fuggono dalla guerra e chi ha la possibilità di ospitarli.
“Migliaia di persone stanno venendo evacuate in aree più sicure. La maggior parte di loro non ha un posto dove affrontare questi momenti difficili. Oggi dobbiamo essere tutti quanti più uniti e solidali possibile”, si legge sul sito in lingua ucraina, da dove si può poi selezionare se si è disposti a offrire alloggio o se lo si sta invece cercando.
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Nonostante sia liberamente accessibile dall’Italia – e consenta di inserire indirizzi di ogni nazionalità – almeno in questa fase il sito è rivolto innanzitutto ai cittadini dell’Ucraina dell’ovest, verso cui si dirigono i profughi in fuga da Kiev e non solo. È esplicitamente affermato in un’altra area della piattaforma, in cui si legge: “Molti ucraini stanno cercando un’opportunità per portare le loro donne e i loro bambini fuori dalle zone di guerra attiva. Ma non tutti hanno amici e parenti nell’Ucraina occidentale”. Non si può comunque escludere che a breve questa piattaforma venga tradotta in inglese per facilitare il suo impiego anche per trovare alloggio ai rifugiati che dall’Ucraina stanno già arrivando in Unione Europea e anche in Italia.
In una nazione che sta subendo un’invasione, anche piattaforme solidali di questo tipo possono però rappresentare un pericolo. Proprio per questa ragione, è lo stesso sito web a ricordare a tutti gli ucraini di prendere le necessarie precauzioni: controllare i documenti prima di fornire l’indirizzo preciso e accogliere con attenzione soprattutto i gruppi più grandi, in particolare se hanno cognomi diversi.
Il sito Prihistok non è ovviamente l’unica iniziativa di questo tipo. Un altro portale battezzato Sos UA – che almeno dall’Italia si presenta in questo momento non ancora attivo – è stato appena presentato e, secondo quanto riporta Information Age, sarebbe disponibile in lingua inglese, ucraina e polacca (nazione in cui sta arrivando la grande maggioranza dei rifugiati). “Gli ospiti e chi è in cerca di asilo vengono combinati in base a criteri come il numero di persone da ospitare, la durata della permanenza, la data d’arrivo e le opzioni per il trasporto”.
Anche AirBnb ha appena annunciato di aver messo a disposizione dei rifugiati oltre 100mila appartamenti per “permanenze di breve termine”. Nel complesso, si stima che siano già 350mila le persone fuggite dalla loro nazione e che il numero complessivo, se la situazione non si risolverà rapidamente, potrebbe superare i 3-4 milioni. È quindi probabile che iniziative di questo tipo siano destinate a moltiplicarsi.
Fonte : Repubblica