Gianluca Bolelli
12 gen 2022
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Gianluca Bolelli
12 gen 2022
Potranno anche far entrare giocatori di tennis non vaccinati in Australia, ma qui al Pitti Uomo 101 di Firenze non si sgarra: i green pass sono obbligatori, ad ogni partecipante viene controllata la temperatura e tutti indossano mascherine FFP2.
Nessuno prende in giro nessuno al Pitti Uomo 101. I toscani, gente seria, hanno imposto rigide misure sanitarie in questa edizione del gigantesco salone del menswear, che è la fiera della moda meglio organizzata al mondo. Tutti gli espositori, buyer, giornalisti e organizzatori stanno rispettando le regole di questo Pitti, dove diversi furgoni dei Carabinieri stazionano parcheggiati appena fuori le mura, all’ingresso della fiera.
Nonostante questa pandemia infinita, all’interno della Fortezza da Basso, centro nevralgico del Pitti, si sono collocati circa 540 marchi. E la monumentale fortezza medievale è parsa alquanto impegnata martedì, giorno di apertura della tre giorni fieristica.
I marchi del settore dell’abbigliamento maschile sono certamente stati colpiti dai lockdown e hanno dovuto imparare a temprarsi per superare tempi molto complicati, ma a giudicare dagli stand molti di essi sono stati notevolmente impegnati nei loro atelier.
La possiamo definire un’edizione di Pitti vissuta con grinta, con quello spirito combattivo che si tira fuori quando il gioco si fa duro, lo spirito di corpo che si mostra nei momenti difficili.
Come Baldinini, il calzaturiere romagnolo che ha svelato una brillante collezione disegnata da Arthur Arbesser, l’eccentrico e sempre cool stilista di origine austriaca, sebbene residente a Milano.
“È la nostra iniezione di DNA cool forestiero in azienda”, ha dichiarato entusiasta Christian Prazzoli, amministratore delegato di Baldinini, marchio con sede a San Mauro Pascoli (FC).
In un coraggioso one-shot, Baldinini ha invitato Arbesser a reimmaginare l’intera collezione e lui ha risposto con idee imperdibili. Noto per il suo uso di segni e disegni gestuali nei propri stampati, Arthur ha usato stampe a inchiostro disegnate a mano in una fantastica serie di stivali Chelsea in cavallino, sgargianti brothel creepers, robuste sneaker per uomini e donne e persino dei fantastici giubbotti leggeri imbottiti di piuma.
In un’altra serie Arbesser ha giocato con motivi geometrici di sorbetti naïf per sneaker nodose e grossi stivali.
“È stato divertente lavorare con un marchio così storico che ti dà davvero carta bianca. E inventare con un’azienda che insiste nel realizzare prodotti di alta qualità”, ha affermato Arbesser a proposito dell’etichetta romagnola fondata 111 anni fa.
L’anno scorso, Baldinini ha ottenuto un fatturato di 50 milioni di euro, ma per il 2022 spera di tornare ai suoi dati del 2019, che significherebbero un giro d’affari di 65 milioni.
Il marchio ha 120 negozi, di cui 35 di proprietà diretta, sparsi tra Italia e Russia. E prevede di aprire altri 10 store monomarca diretti quest’anno. Baldinini ottiene le proprie vendite al 55% con i prodotti da donna e al 45% da uomo, e il 95% della sua produzione è interamente Made in Italy, circa un quarto della quale viene realizzata negli stabilimenti Baldinini.
Il marchio è ancora al 40% di proprietà del fondatore Jimmy Baldinini, sebbene la maggioranza sia detenuta da fondi di private equity.
Prazzoli promette che il passo successivo sarà avere “un ragazzo americano” a disegnare la prossima collezione dell’azienda. “Dovrà tornare la prossima stagione per scoprire chi è!”.
Un altro marchio di superlusso che non si siede sugli allori è Caruso, che ha presentato una collezione ispirata al leggendario trombettista jazz Miles Davis.
“Miles è stato artistico e innovativo, oltre che naturalmente elegante, il che riassume il DNA di Caruso”, ha spiegato Marco Angeloni, amministratore delegato del marchio d’alta classe.
Proprio come Miles ha reinventato la sua forma musicale dal jazz da camera al jazz rock, Caruso reinventa l’architettura sartoriale, utilizzando crine di cavallo mongolo e lana di cammelli mongoli maschi per creare strati interni più delicati che “memorizzano” la forma del loro proprietario, ma rimangono straordinariamente leggeri.
Caruso ha anche creato meravigliose giacche doppiopetto moderniste realizzate in nylon giapponese light, ma comunque molto resistente. Sebbene la sua idea più coraggiosa sia stata una serie di eccellenti giacche da tempo libero in colori giallo e viola polverosi, fatte di Tencel proveniente da alberi di eucalipto.
“Si è trattato di ‘rifugiarsi’ nell’industria del legname per dare nuova linfa alla moda”, ha spiegato Angeloni, indicando le sottili rifiniture di ogni giacca, come boutonniere fatte a mano rifinite con filo di seta.
E se mai il fantasma del grande Miles decidesse di ritornare, c’erano un paio di trionfanti giacche di seta in meravogliosi jacquard degni del Giardino dell’Eden. Abbozzi di eleganza alla spagnola per eccellenza.
Pitti continua anche ad attirare nuovi marchi, come AlphaTauri, l’ultima propaggine del brand più famoso d’Austria, Red Bull.
Fondata nel 2016, AlphaTauri si sta davvero dimostrando una fucina di idee originali, come la nuova tecnologia davvero intrigante che ha realizzato per la sua collezione “Heatable Capsule”, in cui un’app ti consente di impostare la temperatura della tua giacca sul telefono cellulare. Un po’ inquietante, ma verissimo.
“Siamo uno spin-off al 100% di Red Bull. Nessuno sul mercato ha bisogno di un altro marchio di moda. Quindi, il nostro concetto è essere un’azienda innovativa e disruptive. È sempre stato un sogno del nostro proprietario (Dietrich Mateschitz) possedere un marchio di moda”, ha spiegato Ahmet Mercan, CEO del marchio con sede a Salisburgo.
La prova: maglieria 3D; parka che incorporano materiali per sedili d’auto; membrane di cotone; tessuti resistenti all’acqua.
Esteticamente, l’aspetto è “acustico futuristico”, ha affermato Mercan. Detto questo, gli abiti sono un tantino seriosi, dotati della praticità per cui è nota l’Austria, ma mancano del raffinato brio della capitale del Paese.
Tuttavia, il suo imponente stand, situato nella piazza principale della Fortezza, era ricco di stile e originalità. L’ambiente si è rivelato essere un container espandibile per camion che è cresciuto fino a diventare un pop-up di 60 metri quadrati, ricordando l’iconica Farnsworth House di Mies Van der Rohe.
“Se vuole paragonarci a Mies, ne saremmo sicuramente contentissimi!”, ha esclamato un raggiante Mercan.
AlphaTauri ora vanta tre negozi monomarca in Austria, aprirà una boutique questa primavera a Londra, vende tramite il proprio sito di e-commerce in 90 nazioni ed è in trattative con MatchesFashion e Farfetch.
Con tanti show cancellati a causa di Omicron, c’erano pochi eventi mondani a Firenze, ma almeno la boutique più famosa della città – Luisa via Roma – ha svelato una nuova partnership con Cassina, una miscela di abilità artigianale e freschezza tecnologica.
Un po’ come si dimostra essere lo stesso Pitti Uomo 101.
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Fonte : Fashion Network