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La varietà di banane oggi più venduta, la Cavendish, da diversi anni è minacciata da un fungo che potrebbe portarla all’estinzione, com’è già successo per una precedente varietà negli anni ’50. Un gruppo di ricercatori ha però compreso il meccanismo attraverso cui si diffonde e questo potrebbe aprire la strada a una possibile soluzione.
Le banane che mangiamo oggi non sono le stesse che mangiavano i nostri nonni. Anche se questa storia è sconosciuta ai più, la varietà più comune di banane oggi in commercio, la, è stata introdotta negli anni ‘5o. Prima di allora infatti la varietà prevalente era un’altra, la Gros Michel, ma la diffusione di un fungo molto contagioso distrusse intere piantagioni fino a farla estinguere per sempre.
Ma la storia non finisce qui: da circa trenta anni, anche l’attuale varietà in commercio è minacciata da un fungo. Sebbene dalla quantità disponibile in commercio non lo lasci immaginare, da tempo diversi ricercatori si sono attivati per studiare la natura di questo fungo ed evitare che anche la banana Cavendish finisca estinta come la sua antecedente. Questo fenomeno, tra le altre cose, rischia anche di far aumentare sempre di più il prezzo delle banane.
Ora, dopo dieci anni di studio, un gruppo di ricercatori dell’Università del Massachusetts ha finalmente trovato una risposta che potrebbe sventare quella che – riprendendo una riuscita frase dei ricercatori – è stata definita l’“apocalisse delle banane”.
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Cosa potrebbe far estinguere le banane
Secondo gli autori dello studio, appena pubblicato sulla rivista Nature Microbiology, la varietà Cavendish sta affrontando da decenni un processo di “estinzione funzionale” a causa di un agente patogeno che si è iniziato a diffondere tra le piantagioni già negli anni ’90, per poi espandersi a macchia d’olio dal sud-est asiatico all’Africa e all’America centrale. Come era successo per la varietà precedente, anche questa volta la minaccia arriva da un fungo: si chiama Fusarium oxysporum f.sp.cubense (Foc) Tropical Race 4 (TR4), abbreviato Foc TR4.
Tuttavia, il lavoro di questo team internazionale ha permesso di risalire all’origine del fungo. La bella notizia è che Foc TR4 non si è evoluto dal ceppo che ha distrutto le piantagioni di banane negli anni ’50 e che la sua virulenza “sembra essere causata da alcuni geni accessori che sono associati alla produzione di ossido nitrico“.
Una possibile soluzione nei geni del fungo
“Il genoma di Foc TR4 contiene alcuni geni accessori che sono collegati alla produzione di ossido nitrico, che sembra essere il fattore chiave nella virulenza di TR4″, spiegano i ricercatori, che hanno sequenziato e confrontato 36 ceppi di Foc.
La scoperta di questo meccanismo è un risultato importante perché potrebbe fornire il bersaglio per nuovi trattamenti in grado di contrastare la diffusione di questo fungo, tuttavia ciò non risolve il problema alla radice, ovvero la pratica delle monocolture non diversificate, impiegata per massificare la produzione: questa tecnica – avvertono infatti i ricercatori – rende le coltivazioni “un bersaglio facile per gli agenti patogeni”. Per questo consigliano ai consumatori di evitare di acquistare sempre la stessa varierà di un prodotto coltivato, ma di preferire, quando possibili, varietà più locali o meno comuni.
Fonte : Fanpage