Perquisita e costretta a spogliarsi in un “bagno lurido” della questura di Bologna. È la denuncia di un’attivista 33enne del collettivo Extinction rebellion Bologna che avrebbe subito presunti abusi lo scorso 9 luglio, all’indomani di una protesta avvenuta a Palazzo d’Accursio, nel capoluogo dell’Emilia Romagna, contro il G7 Scienza e Tecnologia. Nelle scorse ore, spiegano dal collettivo, l’attivista “ha depositato una denuncia contro gli abusi subiti. Quel giorno – si legge – altre 20 persone insieme a lei sono state trattenute per più di 7 ore in Questura nonostante avessero fornito i propri documenti alle forze dell’ordine (come previsto dalla procedura di identificazione), per avere manifestato il proprio dissenso in maniera nonviolenta”.
“Ci hanno portato in camera di sicurezza e tolto i telefoni” ha raccontato la giovane attivista, aggiungendo che ai ragazzi “hanno detto di svuotare le tasche, a me che mi avrebbe perquisito un’agente donna”. Quindi “mi hanno portato in un bagno lurido, in condizioni pessime”. L’agente “mi ha chiesto di togliermi maglietta e gonna. Mi sono trovata in mutande e reggiseno, mi hanno dato fazzoletti dove appoggiare i piedi dopo essermi tolta le scarpe”. Un agente, secondo il racconto della 33enne, gli avrebbe detto: “Guarda che devi rimanere nuda” spiegandole “come fosse una forma di perquisizione ordinaria e che tutte venivano perquisite in quel modo”. Per inesperienza “mi sono tolta mutande e reggiseno. L’agente mi ha detto di girarmi di spalle e fare un piegamento”. Successivamente “sono stata raggiunta dall’ispettore che ha ordinato la perquisizione, e mi ha chiesto scusa per il trattamento subito perché si era andati oltre la normale procedura, quando era evidente che non avessi droga o armi”.
Una versione contestata dalla Questura che già all’indomani dei fatti aveva risposto alle accuse spiegando che le modalità delle perquisizioni erano state “rispettose delle procedure e delle norme”, e che, nel merito, l’autorità giudiziaria è stata “tempestivamente e dettagliatamente informata”.
Le interrogazioni parlamentari
Sulla vicenda, nelle scorse settimane erano state depositate interrogazioni parlamentari indirizzate al ministro dell’Interno dalle deputate Stefania Ascari del Movimento 5 Stelle, Ilaria Cucchi e Luana Zanella di Alleanza Verdi e Sinistra, che sollecitavano il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi ad avviare un’indagine interna per verificare comportamenti impropri da parte delle forze dell’ordine e a prendere provvedimenti. In questo senso, attaccano gli attivisti, “molti osservatori sia internazionali che italiani da tempo denunciano la svolta autoritaria dei governi nella gestione delle piazze”, come sintetizzato nel “nuovo pacchetto sicurezza, in un’Italia dove la protesta viene criminalizzata e soprattutto in una città come Bologna, che si definisce ‘la città più progressista d’Italia”.
Fonte : Today