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Il venerdì nero dei trasporti, il giorno della Passione per tanti pendolari e viaggiatori, è stato lo scorso 19 luglio, ma i disagi si sono protratti nel weekend, con cancellazioni e modifiche di percorso dei treni. Il caos è stato generato inizialmente da un guasto elettrico sulla linea all’altezza di Rovezzano (Firenze), che ha causato ritardi nel traffico ferroviario dell’Alta Velocità fino a oltre 200 minuti. Poi gli incidenti ferroviari che si sono verificati negli ultimi giorni, e che hanno letteralmente isolato il Sud Italia, e i necessari lavori di potenziamento infrastrutturale della rete, hanno fatto il resto.
I rallentamenti dei treni del 19 luglio fatalmente sono avvenuti nella stessa giornata del crac informatico, quando un errore di aggiornamento del software Crowdstrike ha causato problemi ai sistemi di Microsoft, mandando in tilt dispositivi e scali aerei di tutto il mondo, con oltre 1.300 voli cancellati. Ma purtroppo questi disservizi non rientrano nella categoria “casi eccezionali”, ma si sono trasformati in drammatica quotidianità, in questa estate in cui la temperatura media è di 35,9 gradi (4 di più rispetto alle temperature degli ultimi trent’anni), e in cui anche trovare un taxi disponibile è diventato un evento anomalo.
Di tutto questo è stato chiesto conto al ministro competente, Matteo Salvini, durante il question time di ieri alla Camera. Ma il ministro dei Trasporti è sembrato uno sfortunato turista di passaggio, più che il titolare del dicastero che questi problemi li dovrebbe risolvere concretamente, anzi dovrebbe occuparsene in modo preventivo. Una bella faccia tosta, visto che stiamo parlando dello stesso ministro che per drenare risorse per il progetto del Ponte sullo Stretto ha fatto sì che venisse prelevata una grossa fetta del Fondo di sviluppo e coesione destinato a Sicilia e Calabria, soldi che potevano servire per realizzare l’Alta velocità in tratte che ne sono del tutto sprovviste.
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“Rispetto ai disagi ferroviari segnalati nelle ultime ore che hanno visto lavoratori e turisti bloccati nei treni e nelle stazioni, abbiamo chiesto chiarimenti ai tecnici per comprendere le ragioni dei disservizi, perché è vero che siamo al massimo di cantieri aperti tra Pnrr, manutenzione ordinaria e straordinaria delle opere”, ha scandito ieri, ma “non è accettabile la situazione in cui hanno viaggiato troppi passeggeri in queste ore”.
Nel Paese dei treni che effettuano fermate su richiesta del ministro di turno, ci vuole fegato, bisogna riconoscerlo, per riuscire ad apparire serafico in Aula, quando proprio il suo aereo, nella giornata del caos infernale del 19 luglio, sembrerebbe essere stato fra i pochissimi fortunati fra quelli nazionali di Ita Airways a decollare da Fiumicino verso Milano Linate in quella fascia oraria (seppur con circa un’ora di ritardo). Una circostanza che Salvini e la Lega – e la stessa compagnia aerea – hanno smentito categoricamente, ma su cui le opposizioni, che hanno giustamente parlato di “autonomia differenziatissima”, vogliono vederci chiaro.
“Pur nella consapevolezza appunto di alcune oggettive difficoltà a partire dall’elevato numero di cantieri aperti che non c’è mai stato, dall’affollamento ferroviario e dalla grande utenza che c’è sui treni che sta aumentando di giorno in giorno, i vertici di Rfi, Treninalia e FS stanno individuando soluzioni urgenti”, ha aggiunto Salvini al questione time di ieri.
“Rfi ha comunicato di aver attuato un modello organizzativo con un potenziamento di presidio in loco del personale sull’intera rete con l’obiettivo di ridurre i tempi di intervento anche di diverse ore in caso di guasto o necessità. Sono stati inoltre predisposti specifici piani di contingenza per fronteggiare le ripercussioni sulla circolazione, generati dalle criticità meteorologiche. Sono stati potenziati gli sportelli di assistenza al pubblico”.
“È stato predisposto – ha assicurato – con urgenza un piano estate per prevenire e gestire eventuali criticità con servizi di bus sostitutivi, comunicazioni, preallerte alla protezione civile e apertura prolungata, anche notturna, delle stazioni”.
Ma sostanzialmente il ministro ha fatto spallucce, scaricando la responsabilità sui tecnici, limitandosi a mostrare indignazione e disappunto come un qualsiasi cittadino o al massimo come un esponente dell’opposizione, elencando come al solito promesse e mirabilia: cantieri avviati, di cui naturalmente non si intravede la fine, e opere ancora da realizzare nell’ambito del Pnrr, per migliorare la mobilità e il collegamento tra Nord e Sud. E intanto pensare di prendere un treno da Reggio Calabria per raggiungere Roma assomiglia sempre più a un atto di fede.
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Giornalista professionista dal 2014, a Fanpage.it mi occupo soprattutto di politica e dintorni. Sicula doc, ho lasciato Palermo per studiare a Roma. Poi la Capitale mi ha fagocitata. Dopo una laurea in Lettere Moderne e in Editoria e giornalismo ho frequentato il master in giornalismo dell’Università Lumsa. I primi articoli li ho scritti per la rivista della casa editrice ‘il Palindromo’. Ho fatto stage a Repubblica.it e alla cronaca nazionale del TG3. Ho vinto il primo premio al concorso giornalistico nazionale ‘Ilaria Rambaldi’ con l’inchiesta ‘Viaggio nell’isola dei petrolchimici’, un lavoro sugli impianti industriali siciliani situati in zone ad alto rischio sismico, pubblicato da RE Le Inchieste di Repubblica.it. Come videomaker ho lavorato a La7, nel programma televisivo Tagadà.
Fonte : Fanpage