Nel continente la percentuale di persone afflitte dall’insicurezza alimentare e dalla malnutrizione si è stabilizzata all’8,1%. i livelli più alti di insicurezza alimentare, dopo l’Africa, si registrano in Asia meridionale. Secondo la Fao i dati odierni sono paragonabili a quelli del 2008-09 e l’obiettivo “fame zero” appare irraggiungibile entro il 2030.
Milano (AsiaNews) – Sono 733 milioni le persone che nel corso dello scorso anno hanno sofferto la fame, un valore che corrisponde a una persona su 11, 152 milioni di persone in più rispetto al periodo pre-pandemico del 2019. Un dato che per il terzo anno consecutivo non accenna a diminuire, anzi continua a essere “ostinatamente alto”, secondo le Nazioni unite. A rivelarlo è l’annuale rapporto su “Lo stato della sicurezza alimentare e della nutrizione nel mondo” (SOFI) pubblicato oggi dall’Organizzazione delle Nazioni unite per l’alimentazione e l’agricoltura (Fao) e altre quattro agenzie.
Il documento, presentato a Rio de Janeiro, in Brasile – Paese a cui quest’anno spetta la presidenza del G20 – sottolinea che si è verificato un arretramento di 15 anni nella lotta alla fame: i livelli sottoalimentazione sono tornati a essere paragonabili a quelli del 2008-09 e l’obiettivo di sviluppo sostenibile “fame zero” non sembra essere raggiungibile entro il 2030, nonostante alcuni miglioramenti in aree specifiche, come l’allattamento al seno o i ritardi nella crescita dei bambini. Al contrario, con il proseguo delle tendenze attuali, per la fine del secolo le proiezioni stimano che 582 milioni di persone saranno sottonutrite in maniera cronica, 130 milioni in più rispetto al periodo pre-covid.
A livello regionale si registrano grosse differenze: in Asia, per esempio, la percentuale di persone afflitte dall’insicurezza alimentare e dalla malnutrizione si è stabilizzata all’8,1%. Ma la fame continua a rappresentare un problema enorme per la regione, che ospita più della metà delle persone che in tutto il mondo soffrono la fame, circa 385 milioni di individui. In Asia meridionale si registra la percentuale più alta, con il 13,9% (quasi 281 milioni) di persone sottonutrite, mentre in Asia orientale il dato è inferiore al 2,5% ed è appena superiore al 6% nel sud-est asiatico.
Anche l’insicurezza alimentare (definita come la situazione in cui un individuo si trova senza cibo per uno più giorni consecutivi) continua a registrare i livelli più alti di tutto il continente in Asia meridionale, anche se i dati peggiori arrivano dall’Africa, dove il 58% della popolazione si trova in questa condizione. In Asia del Sud il dato relativo al 2023 scende a 41,1% (contro il 24,8% della regione), pari a 833,4 milioni di persone. Solo l’Asia centrale ha registrato miglioramenti rispetto al 2021, con 2,4 milioni di persone in meno uscite dalla condizione di insicurezza alimentare moderata o grave, nonostante a esserne afflitta sia ancora il 16,6% della popolazione.
Rispetto al passato, la fame oggi colpisce uomini e donne quasi allo stesso livello, fanno notare le Nazioni unite, grazie soprattutto ai miglioramenti della condizione femminile in tutto il mondo. Anche il numero di persone che non possono permettersi una dieta sana è sceso al di sotto dei livelli pre-pandemici in Asia, nel Nord America e in Europa, mentre è aumentato notevolmente in Africa, dove è salito a 924,8 milioni nel 2022, quasi 25 milioni in più rispetto all’anno precedente e il 64,8% della popolazione.
L’Asia registra invece il valore più alto in termini assoluti, con oltre 1,65 miliardi di persone che non si possono permettere di mangiare in maniera equilibrata. A parità di potere d’acquisto, in Asia il costo di una dieta sana è passato da 3,84 dollari nel 2021 a 4,20 dollari nel 2022. I costi più alti si registrano in Asia orientale (5,34 dollari) e in Asia meridionale (4,28 dollari).
Da quanto emerge ancora dal rapporto, l’Asia è la regione del mondo con la percentuale più bassa di persone adulte obese, pari al 10,4% della popolazione, contro una media mondiale del 15,8% nel 2022 e tassi di crescita costanti negli ultimi anni. Restano invece alte in alcune sottoregioni, le percentuali di bambini con ritardi nella crescita a causa della malnutrizione: il 30,5% in Asia meridionale e il 26,4% nel sud-est asiatico.
Fonte : Asia