Almeno 90 morti e 300 feriti. È questo il bilancio provvisorio del massiccio raid israeliano del 13 luglio ad Al-Mawasi, nella zona di Khan Younis, a sud della striscia di Gaza. Le stime delle vittime arrivano dal ministero della Salute di Gaza, controllato da Hamas. Secondo le fonti palestinesi, la metà delle vittime sarebbero donne e bambini. L’area colpita era stata designata dall’esercito israeliano come “zona umanitaria sicura”, che nelle scorse settimane è quindi diventata densamente popolata ed è piena di tende perché vi si sono rifugiate moltissime persone rimaste senza casa a causa dell’invasione della Striscia da parte dell’esercito israeliano. L’esercito israeliano sostiene però che l’attacco sia stato preciso e abbia preso di mira solo il sito di Hamas, in una zona dove erano presenti “solo terroristi di Hamas e nessun civile”. A più di nove mesi dall’inizio della guerra nella Striscia di Gaza, sono morte oltre 38mila palestinesi.
L’obiettivo dell’esercito israeliano: uccidere Mohammed Deif
Nel mirino c’erano i capi di Hamas. L’esercito israeliano ha confermato che l’obiettivo del suo attacco aereo nel sud della Striscia di Gaza erano il comandante dell’ala militare di Hamas, Mohammed Deif, e il comandante della brigata Khan Yunis di Hamas, Rafa’a Salameh. Deif è ritenuto tra i principali responsabili dell’attacco del 7 ottobre in territorio israeliano.
Secondo quanto riporta il Times of Israel che cita fonti militari, i due capi dell’organizzazione palestinese nel momento dell’attacco si trovavano in un edificio basso fra la zona di Al-Mawasi e Khan Younis, in una zona civile ma non in una tendopoli di sfollati palestinesi. Stando sempre a fonti militari citate dalla testata israeliana, altre decine di agenti di Hamas si trovavano nell’area del sito quando è stato preso di mira, comprese guardie. Secondo le valutazioni dell’Idf, al momento dell’attacco non c’erano ostaggi israeliani sul posto. L’esercito sta ancora aspettando che l’intelligence confermi se Deif e Salameh siano stati uccisi nell’attacco.
Mohammed Deif, chi è il leader militare di Hamas
“Obiettivi falsi per giustificare l’attacco”
L’esercito israeliano non ha detto se i due capi di Hamas siano stati effettivamente uccisi nell’attacco, ma stando a quanto riportato dalla tv saudita al-Hadath, Deif sarebbe rimasto gravemente ferito nei raid israeliani, mentre il comandante della Brigata Khan Younis di Hamas sarebbe rimasto ucciso.
Dura la risposta di Hamas, che condanna il raid aereo, sostenendo che gli obiettivi designati dalle forze israeliane sono “falsi” e mirano a “giustificare” l’attacco. “L’attacco a Khan Younis è la prova che Israele non è interessato a raggiungere un accordo” su un cessate il fuoco a Gaza e la liberazione di ostaggi.
Il gruppo palestinese indaga su una “grave falla interna” dopo che le forze israeliane (Idf) hanno fatto sapere che erano Mohammed Deif, capo del braccio armato di Hamas, e il numero uno della Brigata Khan Younis del gruppo, Rafa’a Salameh, gli obiettivi dei raid condotti sull’area di Al-Mawasi, nella Striscia di Gaza. Lo ha riferito il canale saudita Al Hadath e la notizia viene rilanciata dal Times of Israel. Il canale cita fonti anonime secondo cui Israele ha ricevuto informazioni per l’operazione da collaboratori a conoscenza del luogo in cui si trovavano i vertici di Hamas e da esponenti del gruppo palestinse di “secondo o terzo livello” che sono stati arrestati e interrogati.
L’attacco, però, ha avuto delle ripercussioni sulle infrastrutture sanitarie. L’ospedale Nasser a Khan Yunis “non è più in grado di funzionare” poiché i medici sono “sopraffatti dal gran numero di feriti”, i funzionari sanitari citati da alcuni media internazionali. In precedenza, il ministero della Salute di Gaza aveva dichiarato che l’ospedale Nasser aveva ricevuto 20 cadaveri e 90 feriti dopo l’attacco israeliano a Khan Younis. Hamas chiede ai palestinesi in Cisgiordania e a Gerusalemme Est di “mobilitarsi” dopo l’operazione israeliana nel sud della Striscia di Gaza. Per questo l’allerta è altissima nello Stato ebraico. Il ministro israeliano della Difesa Yoav Gallant, ha ordinato “l’aumento del livello di prontezza operativa” in “tutte le zone di combattimento”.
Fonte : Today