Sono 27 i virus precedentemente sconosciuti, incluso un nuovo tipo di coronavirus, trovati nelle feci di pipistrello di cui da qualche anno a questa parte alcune scimmie della foresta di Budongo (Uganda) hanno iniziato a cibarsi. Li hanno identificati gli autori di uno studio appena pubblicato su Communications Biology. La nuova abitudine alimentare, ipotizzano i ricercatori, potrebbe essere legata alla quasi scomparsa della palma Raphia farinifera, un’importante fonte di nutrimento per molti animali selvatici che vivono in questa foresta. La massiccia estirpazione della pianta sarebbe legata alla sua utilità per la realizzazione di corde su cui essiccare le foglie di tabacco. Il rischio è che il nuovo comportamento delle scimmie, indotto da attività antropiche, possa dare origine a eventi di spillover.
Scimmie e pipistrelli
“Il 25 giugno 2017 abbiamo osservato per la prima volta gli scimpanzé consumare guano di pipistrello sotto un grande albero cavo (Mildbraediodendron excelsum) in cui si appollaiava una colonia di pipistrelli di Noack (Hipposideros ruber)”, scrivono gli autori dello studio. E gli animali sembravano cibarsi delle feci in modo “consapevole”, ossia, non per errore. Le riprese effettuate dal gruppo di ricerca mostrano infatti le scimmie selezionare attentamente gli escrementi prima di ingerirli. Inoltre, non sembra trattarsi di eventi isolati: i video registrati dai ricercatori dal 2017 al 2019 mostrano più di 800 casi in cui gruppi costituiti da tre diverse specie di primati – scimpanzé, colobi bianchi e neri e duiker rossi – si nutrono del guano dei pipistrelli. Tra l’altro, si legge ancora nello studio, si pensa che tutte e tre queste specie siano in qualche modo collegate con la comparsa, in passato, di focolai di ebola nell’Africa centrale e occidentale. L’evoluzione naturale dei virus che causano questa malattia non è stata del tutto chiarita, spiegano i ricercatori, ma una delle ipotesi è proprio che i primati possano aver fatto da “ospiti amplificatori” dopo aver contratto l’infezione dai pipistrelli.
Analisi sulle feci di pipistrello
Analizzando il guano di pipistrello, i ricercatori hanno poi scoperto la presenza di importanti nutrienti e sali minerali come magnesio, fosforo e potassio in concentrazioni superiori rispetto a qualsiasi altra fonte alimentare di minerali presente nella foresta di Budongo. Anche la concentrazione di altri minerali come calcio, sodio e ferro è risultata paragonabile a quella contenuta in altre fonti di nutrimento.
Come anticipato, però, dalle analisi metagenomiche del guano è anche emersa la presenza di 27 virus precedentemente sconosciuti, di cui uno appartenente ai betacoronavirus. Quest’ultimo sarebbe un membro del sotto-tipo Hibecovirus. Non è chiaro al momento se si tratti di un virus potenzialmente in grado di infettare gli esseri umani: dagli studi computazionali condotti dai ricercatori non sembrerebbe essere in grado di legarsi ad alcuni dei recettori umani tipicamente utilizzati dai coronavirus per invadere le cellule ospiti.
Fonte : Wired