Le due crisi, prima quella del coronavirus e poi quella causata dalla guerra in Ucraina, hanno comportato un aumento dei costi dell’energia, aumento che ha colpito soprattutto le famiglie ma che a catena ha portato aumenti più generalizzati. L’Unione europea ha messo in campo diverse misure per provare a rispondere alla situazione. L’ultimo in ordine di tempo è un pacchetto che mira a limitare le fluttuazioni incontrollate delle bollette dell’elettricità, autorizzando interventi che però andranno sostenuti dagli Stati membri i quali dovranno da un lato calmierare i prezzi per i soggetti più vulnerabili, dall’altro fare in modo che i produttori possano continuare a fornire elettricità senza interruzioni.
Le misure legislative, composte da un regolamento e da una direttiva, già concordati con il Consiglio, sono state adottate ieri (giovedì 11 aprile) rispettivamente con 433 voti a favore, 140 contrari e 15 astensioni, e con 473 voti a favore, 80 contrari e 27 astensioni. Durante i negoziati sono state inserite misure per dare ai consumatori in tutta l’Ue il diritto di poter scegliere tra contratti a prezzo fisso o a prezzi dinamici. “Questa riforma pone i cittadini in prima linea nell’assetto del mercato dell’energia elettrica. Il testo comprende misure volte a proteggere i cittadini, in particolare i più vulnerabili e ad accelerare la diffusione delle fonti energetiche rinnovabili”, ha rivendicato Nicolás González Casares, socialista spagnolo responsabile del testo per l’Aula.
Tutele per le fasce vulnerabili
Stando al testo dell’accordo, il Consiglio avrà il potere di dichiarare una “crisi”, su proposta della Commissione, quando i prezzi medi dell’elettricità (all’ingrosso o al dettaglio) dovessero aumentare fortemente in un periodo di tempo limitato. Per far fronte a simili crisi, dunque, gli Stati membri potranno intervenire per contenere le bollette dei soggetti più vulnerabili e svantaggiati tramite tariffe agevolate. Le nuove norme prevedono l’aggiunta di una definizione comune del concetto (e della realtà) di povertà energetica, per far sì che i soggetti vulnerabili ricevano le tutele adeguate a cui hanno diritto.
Crisi dei prezzi dell’energia elettrica
Il testo crea un meccanismo per dichiarare una crisi dei prezzi dell’energia elettrica. In una situazione di prezzi molto elevati e a determinate condizioni, l’Ue può dichiarare una crisi dei prezzi dell’energia elettrica a livello regionale o comunitario, consentendo agli Stati membri di adottare misure temporanee per fissare i prezzi dell’elettricità per le Pmi e i consumatori industriali ad alta intensità energetica, evitando che i loro costi diventino sproporzionati.
Schemi di compensazione
Un’altra novità riguarda l’introduzione, dopo un periodo transitorio di tre anni, dei cosiddetti contratti per differenza (CfD nell’acronimo inglese) per i nuovi impianti di energia elettrica, purché a produzione solare, eolica, idroelettrica, geotermica e nucleare. In sostanza, lo schema prevede da un lato delle compensazioni statali per i produttori quando i prezzi energetici crollano improvvisamente, e dall’altro l’incasso di una parte degli “extra profitti” generati quando i prezzi si impennano. Insomma l’autorità pubblica compensa il produttore di energia se i prezzi di mercato scendono troppo bruscamente, ma incassa una parte dei profitti se i prezzi sono troppo elevati. Con questi incassi, gli Stati membri dovrebbero essere in grado di finanziare gli investimenti per abbattere i costi della produzione energetica nonché i regimi di sostegno ai prezzi come quelli descritti sopra, ridistribuendo in questo modo i ricavi ai consumatori finali.
Accordi privati per la fornitura di energia
Infine, verrà mantenuto il quadro normativo di riferimento per i contratti di acquisto di energia elettrica, o Ppa (acronimo dell’inglese “power purchase agreement“), cioè degli accordi che le aziende possono stringere autonomamente con i produttori per garantirsi una fornitura di energia rinnovabile a prezzi fissi per un determinato periodo di tempo (10-15 anni). Questa pratica, ancora poco diffusa nel nostro Paese, prevede che un’azienda acquisti energia pulita (soprattutto solare, ma anche eolica o idroelettrica) da un fornitore privato, anziché dallo Stato: il vantaggio per l’acquirente è che non deve pagare l’installazione dell’impianto energetico (a carico del fornitore), per il quale offre semplicemente uno spazio di sua proprietà. Secondo l’Ue, tale sistema presenta almeno un duplice vantaggio, poiché non solo è conveniente per aziende e fornitori ma dovrebbe anche aiutare ad espandere la produzione sostenibile di elettricità in Europa attraverso il volano dei contratti privati.
Fonte : Today