L’ansia e l’ipocondria ci costano un’enormità, ma facciamo finta di niente

Liste d’attesa infinite, turni di lavoro massacranti e medici in fuga: la sanità pubblica italiana sta vivendo un periodo di grande crisi e con il progressivo invecchiamento della popolazione italiana sembra non esserci una via di uscita. I soldi non bastano mai, dobbiamo quindi essere bravi a investirli in termini preventivi, e in questo senso non possiamo più trascurare la salute mentale. L’Italia è tra le ultime nazioni d’Europa per quanto riguarda l’investimento in cure psicologiche e psichiatriche, a cui dedichiamo solo il 3% della spesa pubblica sanitaria. Una cifra ridicola se pensiamo anche a quanto potremmo risparmiare se investissimo maggiormente nella salute mentale.

Quanti esami inutili si eviterebbero senza ipocondria?

Per esempio, l’ipocondria, ovvero la fobia delle malattie, riguarda fino al 10% della popolazione e se non correttamente diagnosticata e trattata a livello psicologico, rischia di bruciare miliardi di euro in visite ed esami inutili. Il problema è fortemente alimentato anche da internet e dalla massiccia diffusione di informazioni online legate alla salute, tanto che nel mondo anglofono si è stato coniato anche il termine “cyberchondria”. Basta dire ai medici di non prescrivere esami inutili e indirizzare i pazienti dallo psicologo? Non è così facile. Ci sono almeno due problemi a riguardo. Il primo: la cosiddetta “medicina difensiva”. I medici hanno sempre più paura di ricevere una denuncia da parte dei loro pazienti, così, nel dubbio, prescrivono qualunque esame questi gli chiedano, anche quando non è strettamente necessario. Secondo varie stime, questo approccio porta a uno spreco di risorse quantificabile tra i 10 e i 20 miliardi di euro all’anno, su una spesa totale di circa 130 miliardi.

Venti miliardi all’anno di risparmi

Il secondo problema che impedisce ai medici di indirizzare i pazienti più ansiosi dallo psicologo, riguarda ancora una volta la carenza di personale pubblico dedicato alla sanità mentale: il momento si stimano circa 3 psicologi ogni 100mila persone. Ma l’ansia non è l’unico problema psicologico trascurato che incide sul bilancio sanitario: pensiamo anche agli incidenti stradali, provocati in larga parte da dipendenze (sia da sostanze che comportamentali, come la dipendenza da social), disturbi del sonno e stress. Riducendoli si potrebbero risparmiare altri 20 miliardi di euro circa. Per non parlare dei disturbi alimentari, che arrivano a incidere per il 10% della spesa sanitaria totale secondo il Sisdca (Società Italiana per lo studio dei disturbi del comportamento alimentare). Per fortuna qualcosa negli ultimi anni si muovendo, grazie soprattutto ai fondi del Pnrr, che permetteranno di assumere circa 5mila “psicologi dell’assistenza primaria”, già ribattezzati “psicologi di base”, con un investimento stimato di circa 30 milioni. A questi si aggiungono i 10 milioni del Bonus Psicologo, le cui richieste hanno già sforato abbondantemente il limite massimo, per cui a beneficiarne saranno solo il 10% circa dei richiedenti.

Ancora briciole rispetto agli investimenti che sarebbero necessari per modificare strutturalmente il sistema, ma la percezione dell’importanza della salute mentale, e della figura dello psicologo, sta cambiando in positivo negli ultimi anni, con sempre più persone che decidono di farsi aiutare, senza vergogna e con grandi benefici.

Fonte : Today