Aspides, la missione dell’Unione europea nel Mar Rosso, ha protetto finora “68 navi e respinto 11 attacchi” da parte dei ribelli Houthi dello Yemen. Ma non basta: servono nuovi mezzi per aumentare la sicurezza per le aziende Ue di questa rotta commerciale strategica. È l’appello lanciato dal contrammiraglio Vasileios Gryparis, comandante strategico di Aspides.
“Finora, tutte le richieste di protezione avanzate dal settore marittimo sono state raccolte, ma se il numero aumenta dovranno crescere anche i nostri asset presenti nell’area”, ha spiegato nel corso di una conferenza stampa a Bruxelles con l’alto rappresentante dell’Ue per la politica estera, Josep Borrell. La missione Aspides si occupa di proteggere la navigazione mercantile diretta da e verso il canale di Suez dagli attacchi provenienti dagli Houthi nello Yemen. Il comandante spiega che “l’area delle operazioni comprende il Mar Rosso, il Golfo di Aden, il Mar Arabico, il Mare di Oman, il Golfo e anche parte dell’Oceano Indiano occidentale. L’area di operazioni è vasta il doppio della superficie terrestre dell’Ue a 27: il transito di una nave da un estremo all’altro dell’area può prendere dieci giorni e per navigare attraverso la zona ad alto rischio”, che è centrata sul Mar Rosso meridionale, ci vogliono “circa due giorni”. Ecco perché Gryparis ha già avanzato “richieste di capacità specifiche” agli Stati membri dell’Ue, in particolare sul “supporto logistico”.
Finora, Aspides ha potuto contare sulle fregate fornite da quattro Paesi Ue e sul personale di 19 Stati membri. Stando ai numeri snocciolati da Borrell, da quando sono iniziati gli attacchi degli Houthi il costo della spedizione di un container dalla Cina all’Europa “è raddoppiato” a causa della necessità di doppiare il Capo di Buona Speranza e il costo dell’assicurazione è aumentato “del 60%”. Oggi nel Mar Rosso transitano 35 navi al giorno, contro le 70 del periodo precrisi. “Il canale di Suez vale il 13% del traffico commerciale globale”, ha ricordato Borrell precisando che la missione Aspides “non è un gioco”. “Le nostre navi devono affrontare fuoco vero, devono abbattere i missili o i droni lanciati verso i vascelli che scortano”, ha ricordato l’alto rappresentante.
Fonte : Today