Sinner a caccia del numero 1: parte la stagione sul rosso

I calzini che cambiano colore, gli scambi che non finiscono mai, le scivolate disperate (anche se i tennisti di oggi riescono a scivolare pure sul cemento…), il sole che non ti dà tregua e la sensazione che la terra rossa che ti circonda sia entrata, granello dopo granello, nei tuoi polmoni. Nella sfarzosa Montecarlo prende il via questo week end la stagione sulla terra rossa. Senza nulla togliere agli “antipasti” di Estoril e Marrakech, è dal Principato di Monaco che riparte la caccia al regno infinito di Novak Djokovic, che proprio lunedì festeggerà 420 settimane in vetta al mondo del tennis. Per eguagliare questo numero occorre sommare le settimane da Re di Nadal, Agassi, Edberg, Wilander, Becker e Muster: ora avete compreso che razza di record ha scolpito il fenomeno di Belgrado?

Terra rossa, dicevamo. Due mesi e poco più sui campi dove le grandi sfide diventano leggenda e dove i grandi trionfi regalano l’immortalità. Si parte con il Principato di Monaco, poi Barcellona, Monaco di Baviera, Bucarest, Madrid, gli Internazionali di Roma e dal 26 maggio il Roland Garros, che Gianni Clerici battezzò la cattedrale rossa e luogo in cui andrà in scena il torneo Olimpico a fine luglio.

Il tabellone di Montecarlo

Djokovic-Alcaraz e Sinner-Medvedev sono sulla carta le semifinali più probabili al Country Club di Montecarlo, ma per i top 4 non sarà affatto semplice farsi strada lungo un torneo ricco di insidie. Il serbo, reduce dalla magra figura contro il nostro Nardi a Indian Wells e dal divorzio con Ivanisevic, appare lontanissimo dalla forma mostrata nel corso del 2023, quando è riuscito a imporsi in tre Slam su quattro. C’è chi dice che il polso destro che gli faceva male in Australia gli dia ancora fastidio. Chissà… Certo è che un Nole con più dubbi che certezze diventa un giocatore diverso. Difficile darlo per finito, ma le due sconfitte con Sinner, in Davis e nel major aussie, hanno fatto breccia. Nel Principato Djoker potrebbe incrociare la racchetta negli ottavi di finale con Lorenzo Musetti, che lo sconfisse proprio su questi campi nella passata edizione. Complicato anche l’eventuale quarto contro Rublev o Di Minaur. Non è andata benissimo nemmeno a Sinner. L’altoatesino nel suo cammino potrebbe affrontare l’americano Korda, il genio e la sregolatezza di Bublik e nei quarti uno tra Dimitrov e Rune, quest’ultimo capace di eliminarlo l’anno scorso in semifinale dopo una battaglia di tre set. Sulla carta decisamente più agevole il percorso di Carlos Alcaraz. L’eventuale esordio con l’ombra di Auger-Aliassime non può far paura, così come la sfida negli ottavi con Humbert. Gli stessi Ruud o Hurkacz, che troverebbe nei quarti, non sembrano oggi poterlo infastidire.

Gli altri italiani in tabellone sono Musetti (primo turno contro Fritz, 13 del seeding), Arnaldi (contro Ruusuvuori) e Berrettini, entrato con una wild card, opposto a Kecmanovic. Dall’ultimo turno delle qualificazioni cercheranno il pass invece Sonego e Nardi.

Verso il Roland Garros e il numero 1

Questo è il periodo in cui Jannik Sinner ha il primo match point per spodestare il “vecchio” regnante (il secondo sarà in “zona” US Open). Numero due ATP dopo il successo di Miami e dominatore assoluto di questo 2024, Jannik dovrà difendere sulla terra “solo” 585 punti conquistati nella passata stagione, mentre le cambiali in scadenza dei suoi rivali sono pesantissime: 2.315 punti Djokovic, 2.265 Alcaraz.

Dopo aver dimostrato di essere il numero 1 sul cemento, per esserlo a tutti gli effetti Jannik dovrà alzare il suo livello anche sulla terra battuta. Ne sarà capace? Tutto ci dice di sì. I campi veloci, all’aperto o indoor, saranno probabilmente il suo terreno di caccia preferito durante tutta la sua carriera, ma Jannik ha soluzioni, mentalità e fisico per giocare un grandissimo tennis anche sul rosso. E l’ha dimostrato fin dai suoi primi passi nel circuito, con i quarti di finale timbrati nel suo esordio a Parigi (2020) e persi a testa altissima contro Rafa Nadal, che sul Philippe Chatrier ha mandato più persone in pensione lui che il Governo francese.

Detto dei segnali di cedimento di Djokovic, il vero rivale oggi e in futuro per quella poltrona resta Alcaraz, che possiede un bagaglio tecnico cucito su misura per imporsi sulla terra. Smorzate, discese a rete, capacità di trovare angoli e variare altezze e traiettorie: lo spagnolo di Murcia ha nel suo destino alcuni Roland Garros, da qui non si scappa. I crampi del 2023 gli hanno impedito di battere Djokovic e raggiungere una finale che avrebbe senz’altro vinto. Se i lampi di Indian Wells saranno rafforzati da prestazioni convincenti nei primi tornei sul rosso, per l’allievo di Ferrero confermare l’enorme scorpacciata di punti della passata stagione potrebbe non essere così complicato.

Nadal ai saluti?

Djokovic, Sinner e Alcaraz: al momento non si vede chi possa inserirsi sulla strada che porta a Parigi, nonostante Medvedev abbia pur sempre un’edizione degli Internazionali d’Italia in bacheca. Diverse decine di milioni di persone attendono l’ultimo miracolo del Re della terra rossa, ma ogni suo annuncio fa sempre più rima con ritiro. Sui social lo vediamo allenarsi nella sua accademia di Manacor: il ritmo c’è, il dritto lancia ancora frigoriferi, la voglia e lo spirito sono intatti, ma il corpo sembra non volergli concedere un’ultima grande recita. Nadal ci proverà finché esisterà un bit di concreta speranza, su questo non c’è alcun dubbio. Il più grande combattente nella storia di questo sport cercherà di regalarsi e regalarci un commiato da giocatore, su un campo da tennis, magari dopo l’ennesimo capolavoro. Solo lui, in questo momento, avrebbe il tennis e la personalità per sfidare i giovani Jannik e Carlos. Eppure, questo rimandare il rientro, settimana dopo settimana, ricorda così da vicino l’epilogo di Roger Federer. Incrociamo le dita.

Fonte : Today