Nessun effetto Sardegna, nessuna vittoria del campo più che largo, visto che in Abruzzo a Partito democratico, Movimento 5 Stelle e Alleanza Verdi Sinistra si erano aggiunte Azione e Italia Viva, soprattutto nessuna spallata al governo di Giorgia Meloni. Il voto di domenica 10 marzo ha infatti confermato Marco Marsilio, presidente uscente e candidato del centrodestra, alla guida dell’Abruzzo. Ecco, comune per comune, come è andata nella mappa sottostante.
Tendenzialmente Marsilio si è confermato più forte in provincia dell’Aquila, mentre è andata meglio per lo sfidante del campo largo, Luciano D’Amico, in quella di Chieti di cui è originario. I due candidati alla presidenza della regione Abruzzo si sono divisi anche il voto dei capoluoghi. Ha vinto il presidente uscente a L’Aquila (52,7%) e a Chieti (50,9%), mentre il suo avversario si è aggiudicato Pescara (52,3%) e Teramo (53,3%). Da queste parti, insomma, non si è verificato quell’effetto che ha visto il centrosinistra vincere nei grossi centri e il centrodestra aggiudicarsi il voto dei comuni più piccoli, registrato non più tardi di due settimane fa in Sardegna. A dimostrazione che analizzare il voto della regione per definirne l’esito di un’altra, come è stato fatto nelle ultime settimane da alcuni esponenti politici per affermare un cambio di orientamento politico a livello nazionale, può essere rischioso.
Più in generale, Marsilio ha vinto in 207 dei 305 comuni abruzzesi chiamati al voto domenica 10 marzo, D’Amico in 97. Piccola curiosità: a Lettopalena, paesino di 320 abitanti in provincia di Chieti, la sfida si è chiusa con un pareggio. Entrambi i candidati, qui, hanno infatti ottenuto 77 voti.
La sfida tra centrodestra e centrosinistra alle elezioni regionali si sposta ora in Basilicata, dove si voterà il 21 e il 22 aprile. Quindi in Piemonte, che aprirà le urne in contemporanea con le elezioni europee dell’8 e 9 giugno, per finire un Umbria, dove il voto è previsto in una data ancora da definire nel prossimo autunno.
Fonte : Wired