Cinque persone sono morte nel campo profughi di Al-Shaty, sulla costa settentrionale della Striscia di Gaza, uccise da un carico di aiuti che li ha travolti, sembra causa della mancata apertura di un paracadute. Nell’incidente sono rimaste ferite anche 10 persone. A riferirlo sono i media locali e le autorità di Gaza. Le vittime sono state portate all’ospedale Al-Shifa di Gaza City. Secondo il capo dell’unità emergenze dell’ospedale Al-Shifa di Gaza City, Muhammad Al-Sheikh, alcuni feriti versano in “gravi condizioni”. A lanciare gli aiuti umanitari dal cielo sono stati in questi ultimi giorni diversi Paesi, tra cui la Giordania e gli Stati Uniti. Non è noto a quale nazione appartenesse l’aereo da cui sono stati lanciati su Al-Shaty.
Un uomo che vive nel campo profughi, Mohammed al-Ghou, ha raccontato che lui e suo fratello avevano seguito il lancio degli aiuti dal cielo nella speranza di ottenere “un sacco di farina”, ma “all’improvviso il paracadute non si è aperto” e il carico “è caduto come un razzo sul tetto di una delle case”.
Secondo l’emittente Al Jazeera, le autorità di Gaza hanno commentato così l’incidente: “La distribuzione degli aiuti in questo modo è una forma di appariscente propaganda piuttosto che un servizio umanitario. Avevamo già avvertito che ciò rappresenta una minaccia per la vita dei cittadini nella Striscia di Gaza, e quello che è accaduto oggi è che pacchi sono caduti sulla testa dei cittadini”. Le autorità locali fanno inoltre sapere che gli aiuti sono stati lanciati “nonostante i nostri precedenti avvertimenti secondo cui queste operazioni sono inutili e non sono il modo migliore per portare aiuti”.
Il limite degli aiuti lanciati dall’alto, l’ipotesi di un corridoio marittimo
La via più immediata sarebbe quella di fare arrivare gli aiuti per via terrestre, dal valico di Rafah. Nella pratica però migliaia di tir restano puntualmente bloccati e i pacchi di cibo non arrivano a destinazione. Il Programma alimentare mondiale (WFP) a fine febbraio ha annunciato che avrebbe sospeso le consegne di cibo nel nord di Gaza perché i suoi convogli di primo soccorso in tre settimane avevano sopportato “caos e violenza completi a causa del crollo dell’ordine civile”.
Anche lo stratagemma di lanciare gli aiuti dal cielo ha mostrato diversi limiti: spesso “piovono” in zone dove la popolazione non può recuperarli o in mare. Non solo. I costi sono altissimi per quantità di merci tutto sommato limitate. Ci sono poi merci che si danneggiano precipitando da così tanta altezza. Senza contare il rischio di incidenti, come quello avvenuto nelle ultime ore.
Intanto diventa sempre più concreta l’idea di un “corridoio marittimo” per far arrivare gli aiuti via mare. Ipotesi di cui ha parlato il presidente Biden e che è stata poi ufficializzata con una dichiarazione congiunta di Commissione europea, Germania, Grecia, Italia, Paesi Bassi, Cipro, Emirati Arabi Uniti, Regno Unito e Stati Uniti. “Siamo ormai molto vicini all’apertura del corridoio. Si spera sabato o domenica”, ha detto la presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, durante un punto stampa a Cipro con il presidente cipriota, Nikos Christodoulidis.
Fonte : Today