La prova della grandezza dell’opera di Toriyama è data poi dagli stessi autori di successo arrivati dopo la conclusione di Dragon Ball, avvenuta nel 1995 dopo 11 anni di serializzazione e 42 volumi totali. Eiichiro Oda, autore di One Piece, Masashi Kishimoto, autore di Naruto e Tite Kubo, autore di Bleach, sono conosciuti soprattutto nei primi anni 2000 come i “Big Three” ossia i tre manga più famosi e venduti all’epoca in Giappone, tutti pubblicati su Weekly Shonen Jump. Tutti e tre in varie interviste hanno dichiarato di essere stati fortemente ispirati da Dragon Ball nel realizzare le loro opere. Oda nel 2006 creerà anche un capitolo autoconclusivo crossover chiamato Cross Epoch con Toriyama, che vedrà i personaggi dei rispettivi manga incontrarsi.
Questi sono soltanto tre autori dei tantissimi che ancora oggi sono stati ispirati a intraprendere la carriera di mangaka non solo in Giappone, ma in tutto il mondo. Ad affascinare i tanti fan però non erano soltanto le scene d’azione, ma tutto il fantastico immaginario di Toriyama, che con le sue opere ha portato una ventata d’aria fresca nel modo di creare e raccontare storie e mondi.
Il Dragon Ball di tutti
L’importanza di Dragon Ball non si riduce soltanto alla già encomiabile impresa di ridefinire un genere già consolidato come quello degli shonen manga d’azione, ma è stato un fenomeno culturale in tutto il mondo. In Italia ad esempio, la prima edizione edita da Star Comics nel 1995 è stata fondamentale nel percorso del fumetto giapponese nel nostro paese, da sempre considerato molto di nicchia. Il successo di Dragon Ball ha aperto le porte ai manga in Italia, che pian piano sono diventati sempre più popolari nel corso del tempo fino al boom avvenuto negli ultimi anni.
Probabilmente però, al di là dei dati di vendita e dei giusti riconoscimenti attribuiti, il ricordo più bello che gran parte di noi ha di Dragon Ball è legato ai pomeriggi passati a guardare l’anime dopo la scuola. La serie animata inizialmente era visibile su alcune reti regionali, ma esplose veramente quando arrivò su Italia 1 diventando un appuntamento fisso per tutti i ragazzi e ragazze di fine anni ’90 e inizio anni 2000.
Fonte : Wired