Carla, parrucchiera, ha raccontato a Fanpage.it la terribile esperienza lavorativa in cui è finita quando aveva 20 anni. “Pagata 350 euro al mese in nero per un full time perché ‘dovevo imparare’, il titolare mi molestava”. Alle giovani lavoratrici consiglia: “Non aspettate, denunciate e andate via”.
Immagine di repertorio (Getty Images)
“Per un full time di otto ore, dal martedì al venerdì, mi pagavano 350 euro al mese in nero, perché mi dicevano che ero giovane, alla prima esperienza e non mi spettava di più, che dovevo avere pazienza e imparare. Inoltre il titolare del negozio mi molestava”. Carla oggi è una parrucchiera professionista ormai affermata, con la sua clientela affezionata e ha un salone tutto suo in provincia di Roma. A Fanpage.it, che raccoglie e dà voce alle denunce di lavoratori sottopagati e sfruttati, ha raccontato l’incubo che ha vissuto all’inizio della sua carriera professionale qualche anno fa quando, appena maggiorenne, ha concluso l’Accademia per Acconciatori e si è affacciata al mondo del lavoro.
“Un’esperienza drammatica”
“Per me è stata un’esperienza veramente drammatica, per un periodo ho cercato di resistere, ma ho capito che restare in quel posto mi avrebbe fatto perdere la voglia di fare questo lavoro, che amo con tutta me stessa”. Così Carla con una scusa, dopo essere stata sfruttata e molestata, ha trovato la forza di andarsene via. “Tutto è cominciato quando ho terminato gli studi qualche anno fa, ero emozionata ed entusiasta all’idea di mettere in pratica ciò che avevo imparato e con la mia passione e preparazione di rendere felici le persone, prendendomi cura del loro aspetto e valorizzando la loro bellezza con le mie mani”.
Così Carla ha cominciato a lavorare in un salone in zona Balduina a Roma gestito da una coppia separata. “Le mie aspettative erano di trovarmi bene con le colleghe, come poi è successo, di avere uno stipendio che mi consentisse piano piano di essere autonoma e un responsabile che valorizzasse la mia professionalità dal quale poter imparare, per arricchire il mio bagaglio lavorativo”.
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“Svilita e demoralizzata”
Ma le speranze di Carla sono state ben presto disattese. “Il proprietario mi pagava 350 euro al mese in nero, praticamente un rimborso spese per gli spostamenti, perché per lavorare mi muovevo tra Roma e provincia. Lavoravo tutto il giorno, mattina e pomeriggio, dal martedì al venerdì e “stipendio” dopo “stipendio” se così lo vogliamo chiamare, mi sono sentita sempre più svilita e demoralizzata, perché non riuscivo a mantenermi da sola e con gli orari che facevo non potevo permettermi neanche un secondo lavoro”.
“Il titolare mi toccava e faceva apprezzamenti non graditi”
Non solo una paga da fame, Carla ha raccontato anche che il titolare del salone la molestava: “Io e le mie colleghe che avevano la mia stessa età o erano poco più grandi di me ci sentivamo continuamente osservate mentre lavoravamo. Lui si avvicinava con una scusa e “ci colpiva”, in alcune occasioni ci ha toccate, dicendo poi che lo aveva fatto per sbaglio. Confidandoci tra noi era un comportamento il suo, che avevamo notato tutte: si avvicinava mentre eravamo impegnate a fare gli shampoo o i tagli oppure a sistemare i prodotto negli armadi. Personalmente ci ho fatto caso, lui mi sfiorava”. E continua: “Venivo molestata anche a parole, quando arrivavo al lavoro faceva apprezzamenti decisamente non graditi”.
Un ambiente lavorativo quello in cui si è trovata a vivere Carla, che le ha procurato uno stato di malessere: “Avevo solo vent’anni e non avevo la forza di dirlo ai miei genitori, mi vergognavo, non volevo che si sapesse. Mia madre l’ha saputo solo dopo un po’ di tempo. In quel posto ho resistito per un periodo stringendo i denti, poi non ce l’ho più fatta e inventandomi una scusa me ne sono andata. A chi vive una situazione come questa, soprattutto alle giovani lavoratrici, reduce da questa esperienza, mi sento di dire non abbiate paura, non aspettate, se potete andatevene subito via”.
Fonte : Fanpage