Scontro tra il mondo della cultura e il ministro Giuliano Sangiuliano sulla partecipazione di Israele alla prossima Biennale di Venezia, in programma dal 20 aprile al 24 novembre. “È inaccettabile ospitare uno Stato impegnato nelle atrocità in corso contro i palestinesi a Gaza. No al Padiglione del Genocidio alla Biennale”, si legge in una lettera indirizzata alla Fondazione che ha raccolto oltre 8mila firme di artisti, istituzioni ed enti culturali.
Netta l’opposizione del ministro della Cultura: “È inaccettabile, oltre che vergognoso, il diktat di chi ritiene di essere il depositario della verità e con arroganza e odio pensa di minacciare la libertà di espressione creativa in una nazione democratica e libera come l’Italia”, ha dichiarato il ministro in una nota.
“Israele non solo ha il diritto di esprimere la sua arte ma ha il dovere di dare testimonianza al suo popolo proprio in un momento come questo in cui è stato duramente colpito a freddo da terroristi senza pietà. La Biennale, si legge ancora, “sarà sempre uno spazio di libertà, di incontro e di dialogo e non uno spazio di censura e intolleranza. La cultura è un ponte tra le persone e le nazioni, non un muro di divisione”.
La lettera degli artisti e il paragone con l’apartheid in Sudafrica
“Mentre il mondo dell’arte si prepara a visitare il diorama dello stato-nazione ai Giardini – si legge nell’appello – affermiamo che è inaccettabile ospitare uno Stato impegnato nelle atrocità in corso contro i palestinesi a Gaza. No al Padiglione del Genocidio alla Biennale”.
“La richiesta di riconoscimento delle atrocità commesse dai partecipanti” all’esposizione “non sono senza precedenti”, sottolineano i sottoscrittori. Dal 1950 al 1968, ricordano gli artisti, “a causa della diffusa condanna globale e degli appelli al boicottaggio, il Sudafrica dell’apartheid fu scoraggiato dall’esporre e messo da parte quando la Biennale assegnò gli spazi. Il Sudafrica non fu riammesso fino all’abolizione del regime dell’apartheid nel 1993”.
Poi il riferimento alla guerra in Ucraina: “Nel 2022 la Biennale ha condannato l’inaccettabile aggressione militare da parte della Russia, che includeva la dichiarazione di rifiutare qualsiasi forma di collaborazione con coloro che hanno compiuto o sostenuto un atto di aggressione così grave”.
Nell’appello si punta il dito contro “il silenzio” della Biennale nei confronti delle “atrocità di Israele contro i palestinesi. Siamo sconvolti da questo doppio standard – proseguono i firmatari-. Qualsiasi lavoro che rappresenti ufficialmente lo Stato di Israele costituisce un’approvazione delle sue politiche genocide. Non esiste libera espressione per i poeti, gli artisti e gli scrittori palestinesi assassinati, messi a tacere, imprigionati, torturati”.
Fonte : Today