Israele ha annunciato ufficialmente cosa intende fare della Palestina quando si concluderà la guerra contro Hamas. Nonostante le pressioni dell’intera comunità internazionale e andando esplicitamente contro alla Carta delle Nazioni Unite, che sancisce il principio di autodeterminazione dei popoli, Tel Aviv ha affermato di voler assumere il controllo di tutti i territori della Cisgiordania e di Gaza e impedire la creazione di uno stato autonomo palestinese.
No allo stato di Israele
Il documento con il piano relativo al dopo guerra, riportato da Reuters, è stato presentato al gabinetto israeliano dal leader Benjamin Netanyahu il 22 febbraio 2024. Si tratta del primo testo ufficiale sulla questione e sembra essere destinato non solo a fallire, ma anche ad aggravare la crisi diplomatica tra Israele e i vicini paesi arabi, che sostengono la cosiddetta soluzione a due stati già proposta negli anni Novanta e approvata dalle organizzazioni internazionali e dagli Stati Uniti, maggiore alleato di Israele.
Il piano nega infatti qualunque riconoscimento di uno stato palestinese e il controllo israeliano su tutte le terre a ovest del fiume Giordano, compresa Gaza e la Cisgiordania, oggi governata da Mahmoud Abbas, presidente dell’Organizzazione per la liberazione della Palestina e dell’Autorità nazionale palestinese, gruppo politico avversario di Hamas, che invece governava a Gaza.
Scontro con l’Egitto
Per Netanyahu, Israele deve anche prendere il controllo del confine tra Gaza ed Egitto, il cosiddetto Philadelphi corridor o Philadelphi route nel sud dell’enclave, che oggi è gestito dalle autorità egiziane e palestinesi. Questa richiesta incontrerà sicuramente l’opposizione del Cairo, che ha minacciato la possibilità di annullare i trattati di pace con Israele se Tel Aviv dovesse spingersi a tanto, come riporta France 24.
A Gaza, il piano prevede la smilitarizzazione della zona e la “deradicalizzazione” della popolazione nel medio termine, ma non specifica né in cosa consista la “deradicalizzazione”, né quando inizierà o si concluderà questa fase. Infine, Netanyahu ha attaccato anche le Nazioni Unite, chiedendo la chiusura dell’Agenzia per i rifugiati palestinesi (Unrwa), che da anni si occupa di offrire aiuti umanitari e programmi educativi e di formazione ai civili palestinesi.
Come riporta Reuters, Netanyahu ha spiegato che l’accordo sarà esaminato attraverso negoziati diretti con i palestinesi, ma non ha indicato chi dovrebbe rappresentare il popolo palestinese in questa trattativa. L’unica autorità riconosciuta è infatti Abbas, il cui portavoce ha però già dichiarato che il piano israeliano è destinato a fallire, come ogni altra proposta volta a modificare la realtà geografica e demografica di Gaza.
“Se il mondo è veramente interessato ad avere sicurezza e stabilità nella regione, deve porre fine all’occupazione israeliana della terra palestinese e riconoscere uno stato palestinese indipendente con Gerusalemme come capitale”, ha detto il portavoce Nabil Abu Rudeineh a Reuters.
Fonte : Wired