Una modalità di visita che si aggiunge a quella sempre disponibile grazie all’app TIPO, che permette di scegliere il proprio itinerario e di visitare il patrimonio industriale di Prato tutto l’anno.
Scoprire il distretto tessile più grande d’Europa
Le visite guidate, il fiore all’occhiello di TIPO – Turismo Industriale Prato, offrono un approfondimento sulla storia, l’architettura, il “saper fare” del distretto tessile più grande d’Europa. A Prato, infatti, sono 2.500 le imprese tessili in attività, con il 16% degli addetti del comparto italiano. Dalla tradizione dei cenciaioli alla green fashion, lungo il filo del passato che si ricuce – in tutti i sensi – con il presente e traccia il futuro di un territorio che non può prescindere dal proprio patrimonio di turismo e architettura industriale da vivere e conservare. Sono proprio le fabbriche a raccontare la città e il distretto come modello di imprenditorialità, cura dell’ambiente e progettazione culturale.
La storia in due musei
Prato, rinomata per la sua maestria tessile secolare, ha radici profonde nel suo territorio, ricco di corsi d’acqua che hanno nutrito lo sviluppo di innumerevoli aziende tessili di eccellenza. La storia industriale di queste zone è raccontata dal Museo del Tessuto e dal Mumat Museo delle Macchine Tessili. Il Museo del Tessuto ha sede nell’ex Cimatoria Campolmi, un autentico monumento di archeologia industriale che si trova all’interno delle mura cittadine trecentesche. Vi sono conservati in una collezione senza eguali tessuti provenienti da ogni angolo del mondo, testimoni dell’arte tessile dall’antichità ai giorni nostri. Il viaggio inizia nella suggestiva sala della caldaia antica. L’emozione di trovarsi di fronte a un complesso sistema a vapore, un tempo fulcro delle attività della fabbrica, è un’esperienza unica che merita di essere vissuta. Una biblioteca specializzata arricchisce l’offerta culturale, mentre la sala espositiva ospita mostre temporanee che catturano l’attenzione. Il Mumat custodisce strumenti e macchinari tessili di epoche diverse (dalla fine dell’800 alla metà del 900), utilizzati per rigenerare le lane, fra cui un telaio manuale in legno a licci, una carda, un filatoio, la turbina ancora visibile, ecc. L’edificio, oggi centro polivalente, sorge sulle ceneri di un antico mulino (un topos per le fabbriche della vallata che necessitavano di acqua) poi trasformato in fabbrica. Quella fabbrica che Amerigo Meucci aveva fondato nel 1893 sopravvisse quasi un secolo diventando, da piccolo carbonizzo per la rigenerazione degli stracci, un’impresa moderna con varie filande e decine di operai. In visita si ripercorrono le fasi della produzione delle lane rigenerate, dallo straccio al filato: l’affascinante processo di produzione dei tessuti cardati da materiali riciclati, che ha reso il distretto tessile di Prato famoso in tutto il mondo.
Il Centro per l’Arte Contemporanea Luigi Pecci
Terzo polo della rete museale pratese è il Centro per l’Arte Contemporanea Luigi Pecci, la prima istituzione in Italia nel suo genere, interamente concepita per esporre, raccogliere, documentare e sostenere le ricerche artistiche di ogni forma: dalle visioni caleidoscopiche delle arti visive e performative, ai riverberi magici del cinema, della musica e della letteratura, fino alle audaci incursioni nell’architettura, nel design e nella moda. Ogni passo all’interno di questo luogo è un viaggio avventuroso: vi troverete immersi nella meraviglia della collezione permanente, ammirerete esposizioni temporanee di fama internazionale e vi lascerete ispirare da attività didattiche e culturali che riempiono l’aria di creatività ed entusiasmo. Oltre 1000 opere d’arte svelano le tendenze artistiche che hanno attraversato gli ultimi sessant’anni. Pittura, scultura, cinema e video, installazioni, opere su carta, libri d’artista, fotografie, grafica e progetti commissionati da nomi leggendari come Anish Kapoor, Jan Fabre, Jannis Kounellis, Sol LeWitt, senza dimenticare i grandi italiani del secolo scorso, da Mario Merz a Michelangelo Pistoletto. Ma non è solo l’arte a catturare l’attenzione. L’architettura che abbraccia questo tesoro culturale è un’opera d’arte in sé. Ispirato al razionalismo fiorentino, l’originale complesso è stato ideato da Italo Gamberini, e dal 2016 lo si ammira in forme completamente rinnovate grazie all’avveniristico progetto dell’architetto cino-olandese Maurice Nio. Oltre alle sale espositive che coprono una superficie di 3000 metri quadrati, il centro custodisce una preziosa collezione permanente con opere dei più grandi artisti degli ultimi quattro decenni, un archivio, una biblioteca specializzata con 60.000 volumi dedicati alle Arti Visive, un auditorium-cinema, un bookshop, un ristorante e un bistrot. E il viaggio nell’arte contemporanea continua all’esterno, nel giardino, dove sono collocate le opere Exegi Monumentum Aere Perennius di Anne e Patrick Poirier e Le Pleiadi di Fausto Melotti.
Visite guidate
La prossima visita, a piedi, dal titolo “Ex Fabrica: rigenerazione urbana fra creatività e design” è in programma sabato 24 febbraio, dalle 15 alle 18. Il ritrovo è al parcheggio CCIAA lato via Pelagatti. Dal racconto dell’ex lanificio Orindo Canovai e del suo nuovo progetto di recupero, si passa a visitare uno dei più straordinari esempi di rigenerazione urbana di edifici tessili, l’attuale Camera di Commercio e i suoi spazi pubblici (biblioteca, auditorium, corte interna), frutto di un importante concorso di idee. Si prosegue nella zona del Soccorso fino dove sorgeva il lanificio La Romita (location di “Giovanna” di Gillo Pontecorvo) per visitare la realtà di oggi: Tribeca design, fucina creativa di oggettistica e interior design. “Nella culla del tessile: tessuti nobili e hi-tech all’ombra di secolari ciminiere” è il tema della visita di sabato 23 marzo, dalle 15 alle 18, che prende il via da piazza Mazzini, La Briglia, Vaiano e si fa con mezzi propri. Si visita Sirius, insediata all’interno del villaggio fabbrica de La Briglia che a fine Ottocento Beniamino Forti costruì intorno al suo lanificio a ciclo completo, ed è attiva oggi nella follatura, tintoria e finissaggio di tessuti e materie prime, lavorazioni competitive per la nobilitazione del tessuto. Si passa poi al complesso di archeologia industriale di Gabolana a Vaiano, su cui domina la ciminiera del 1890, dove si trova la Lenzi Egisto, azienda con oltre 120 anni di storia. Partita con il tradizionale cardato riciclato, Lenzi oggi è leader nelle produzioni hi-tech, con tessuti ignifughi, antiabrasione o antiperforazione impiegati nell’abbigliamento da performance sportivo, medico e non solo, ma anche con tessuti green a partire dal PET delle bottiglie riciclate.
TIPO Festival
La stagione delle visite guidate si conclude con TIPO Festival, dal 12 al 14 aprile 2024. Come di consueto, sarà un momento di confronto e approfondimento sullo stato dell’arte del turismo industriale in Italia, che vede Prato protagonista e punto di riferimento a livello nazionale e non solo. In programma iniziative per tutti, per appassionati di turismo industriale e per addetti ai lavori che si danno appuntamento in una città, come Prato, che offre un connubio unico nel suo genere, tra storia e innovazione, tra passato e futuro. In calendario spettacoli in fabbrica, itinerari di trekking nelle archeologie industriali, visite in azienda, presentazioni libri, contest fotografico con mostra finale, performance, mostre e laboratori per bambini di arte tessile. E per gli addetti ai lavori tornano – come lo scorso anno – le importanti assemblee nazionali di AIPAI (Associazione Italiana per il Patrimonio Archeologico Industriale) e ERIH (European Route of Industrial Heritage): altissime professionalità a confronto per riflettere sullo stato dell’arte del turismo industriale italiano ed europeo e del suo futuro. Il programma completo su www.tipo.prato.it.
Per maggiori informazioni: www.tipo.prato.it
Fonte : TgCom