Dubai sta diventando la cartolina distopica dal nostro futuro

Dubai – Come sono fatte una città e una società del futuro? L’esempio è meno lontano di quanto non si possa immaginare ed è al tempo stesso avveniristico ma anche distopico. È Dubai, la capitale di uno degli Emirati arabi uniti, che vive proiettata nel futuro con investimenti enormi in infrastrutture e tecnologie, ma contemporaneamente si porta dietro tutte le contraddizioni rese possibili dall’amplificazione del potere assoluto grazie alla tecnologia in un contesto non democratico.

Per capire l’unicità di Dubai bastano pochi riferimenti. Poche settimane fa Emirates, la compagnia aerea di Dubai, durante l’Air Show che si è tenuto nella città, ha firmato un ordine per 15 Airbus A350-900, portando il totale degli acquisti a 65 aeromobili per un valore complessivo di 6 miliardi di dollari. È solo l’ultimo tassello di una delle strategie chiave per il futuro di Dubai.

Il ruolo strategico di Emirates

La compagnia aerea, di proprietà del sultano, ha investito centinaia di miliardi nel trasporto aereo. Emirates è la compagnia che usa di gran lunga più Airbus A380, il più grande aereo di linea al mondo, e adesso sta pianificando la flotta necessaria per mantenere il suo super-hub di Dubai al centro del mondo dell’aviazione mondiale oltre il 2030, quando l’A380 andrà in pensione.

La compagnia aerea è il biglietto da visita del Paese, ma ha le sue luci e ombre: Emirates fa lavorare 105mila persone, al 39% bianche e per il 41% donne. Negli Emirati arabi uniti c’è una sostanziale discriminazione per le donne, come riporta anche Human Rights Watch, e il settore aereo non fa eccezione, tanto che le donne che lavorano come personale di cabina firmano un contratto in cui viene vietato loro di sposarsi e vivono in condomini riservati in cui gli uomini non hanno accesso, nonostante le dichiarazioni provenienti da Dubai che il ruolo delle donne sia sempre più rilevante.

La vocazione come hub

Dubai è uno dei 12 aeroporti al mondo in grado di volare direttamente su tutti i continenti del pianeta. Ma non è solo un gigantesco hub attraverso il quale nel 2023 passeranno 98 milioni di persone (+11% rispetto al 2022, il secondo aeroporto più trafficato al mondo per passeggeri), ma anche la porta per la città che negli ultimi trenta anni a completamente cambiato volto, crescendo più velocemente di qualsiasi altra capitale del pianeta e investendo più pesantemente nel futuro e diventando quella che secondo il National Geographic è la “più improbabile green city del pianeta“.

Dubai è nota per essere anche un hub della logistica, anche se le dimensioni enormi del business non sono sempre conosciute. Il suo porto che fa capo alla società Dp World gestisce 100 milioni di container trasportati ogni anno da circa 80 mila navi e 82 terminal marittimi. È più del 10% del trasporto merci mondiale su mare, fattura più di 9 miliardi di dollari all’anno e richiede un costante investimento in tecnologie per realizzare gli interscambi logistici.

Fonte : Wired