Aumentano i casi di influenza in Italia, facendo registrare un boom di accessi agli studi dei medici di famiglia e agli ospedali durante le feste natalizie. A spingere i pazienti a rivolgersi ai dottori è il mix di Covid, influenza e sintomatologia intestinale. “Risulta nei Pronto soccorso un’attività superiore del 30 per cento rispetto al periodo natalizio dei tempi pre-covid”, è l’allarme lanciato da presidente dell’Ordine dei Medici di Roma, Antonio Magi. Non siamo ancora al picco, previsto la prossima settimana, ma sono sempre più gli italiani alle prese con l’influenza, con numeri già elevati per questo periodo e con ricadute negli ambulatori dei medici di famiglia e nei pronto soccorso.
Proprio l’anticipo del punto massimo dei contagi, che generalmente si verifica a fine gennaio, sta provocando un maggior afflusso nei reparti d’urgenza anche a causa della coincidenza della parziale chiusura degli studi medici di famiglia per le feste. Il 29 dicembre, l’Istituto superiore di sanità ha evidenziato il trend settimanale in crescita dell’influenza con una percentuale di contagiati poco sotto il 30 per cento (29,4 per cento) sul totale dei campioni analizzati, sottolineando inoltre come nel caso della simil influenza il livello attuale risulti il più alto di tutte le stagioni precedenti. Mentre sono quasi 40mila le infezioni da Covid registrate nell’ultima settimana, anche e i dati Fiaso non segnalano un aumento di ricoveri a causa del virus pandemico.
Lopalco: “Non è tardi per vaccinarsi”
“Il picco influenzale si avvicina. Questo significa che non è ancora tardi per vaccinarsi. Anzi. Il vaccino ha bisogno di almeno due settimane per raggiungere la sua efficacia, chi lo fa ora, almeno, sarà protetto dall’influenza già nella seconda metà di gennaio, quando il virus sarà ancora abbondantemente in circolazione”. È quanto sottolinea all’Adnkronos Salute Pier Luigi Lopalco, docente di Igiene all’Università del Salento, che invita a proteggersi con il vaccino, dopo il boom di casi dell’ultima settimana, con un milione di italiani malati, e l’incidenza record dell’influenza.
“Si è parlato tanto di ‘danni collaterali’ legati all’infezione da coronavirus, il cosiddetto Long-Covid, spesso dimenticandosi che una infezione da virus influenzale spesso lascia simili reliquati – aggiunge – In particolare l’apparato respiratorio e l’apparato cardiovascolare possono essere danneggiati dall’infezione e dare segni di sofferenza anche a distanza di settimane o mesi”.
Fonte : Today