AGI – Dalla cattura di Matteo Messina Denaro al femminicidio di Giulia Cecchettin, dalla strage di migranti a Cutro al bus precipitato dal cavalcavia a Mestre: il brogliaccio dei fatti di cronaca del 2023 ha registrato lunghe cacce all’uomo e riproposto emergenze irrisolte come quella dei femminicidi e degli sbarchi di migranti, senza dimenticare la sicurezza dei trasporti.
Questi 10 tra i casi più significativi dell’anno:
16 gennaio: la cattura di Matteo Messina Denaro
L’ultimo stragista si trova in una clinica di Palermo per essere sottoposto a una terapia per un grave tumore. Il Ros trova il potente e fragile boss mafioso seguendo la serie di ricoveri e prestanome, interrompendo una trentennale latitanza dorata e protetta. Il 25 settembre muore in ospedale, a L’Aquila. Due giorni dopo è tumulato nella natia Castelvetrano. Fine corsa per ‘Diabolik’, condannato per le Stragi del 1992 e del 1993, oltre che per svariati omicidi, compreso quello del piccolo Giuseppe Di Matteo. Continua la caccia alla vasta rete di fiancheggiatori e al suo immenso tesoro.
26 febbraio: la strage di migranti a Cutro
Viaggiano sul “Summer Love”, un caicco lungo 25 metri, partito da Smirne, i 180 migranti che nella notte del 26 febbraio naufragano a pochi metri dalla costa di Steccato di Cutro: 94 i morti, 35 minori. Molti i dispersi. Restano parecchie domande sul fronte dei soccorsi del barcone in balia per ore del mare forza 8 e di onde alte tre metri. A fine novembre, mentre vara il nuovo provvedimento d’urgenza dopo il Decreto Cutro, il governo decide di costituirsi parte civile nel processo di Crotone nei confronti degli scafisti. Sono circa 154 mila i migranti sbarcati nel 2023, erano poco più di 100 mila l’anno precedente. Secondo l’Oim, nel Mediterraneo centrale sono morte 2.271 persone, +60% rispetto allo stesso periodo del 2022.
7 marzo: lo scontro fra due aerei militari a Guidonia
A Guidonia Montecelio, alle porte di Roma, due U-208 del 60mo Stormo dell’Aeronautica militare, in volo nell’ambito di una missione addestrativa prepianificata, entrano in collisione per cause da accertare e precipitano al suolo in un’area nei pressi dell’aeroporto militare. I due piloti, Giuseppe Cipriano e Marco Meneghello, muoiono nello schianto. L’aereo di Cipriano finisce su un’area rurale, Meneghello con una manovra disperata riesce a evitare gli edifici ai lati della strada e, di conseguenza, una possibile strage.
2-17 maggio: le alluvioni in Toscana e Emilia Romagna
Diciassette morti, oltre 20mila sfollati, danni stimati per 10 miliardi. Un evento ‘senza precedenti’ per portata, intensità e vastità del territorio interessato: così l’alluvione dello scorso maggio in Emilia Romagna, secondo quando emerge dal report della commissione tecnico-scientifica incaricata dalla Regione prima della nomina a commissario per la ricostruzione del generale Francesco Paolo Figliuolo.
Nelle 98 pagine dedicate all’analisi puntuale di quanto accaduto con le piogge torrenziali tra il 2 e il 17 maggio 2023 si parla dei 23 fiumi esondati contemporaneamente, per un volume di esondazione stimato in circa 350 milioni di metri cubi (circa 11 dighe di Ridracoli) che ha provocato allagamenti in pianura su circa 540 chilometri quadrati quadrati di territorio (distribuiti pressoché nell’intera area romagnola, con interessamento anche della regione in destra del Reno e, per il primo dei due eventi, anche dei bacini del Panaro e del Secchia).
Alle 65.598 frane – scivolamenti rapidi in terra o detrito, colate di fango, scivolamenti in roccia – censite su un’area di 72,21 chilometri quadrati; alle 1.950 infrastrutture stradali coinvolte da dissesto (il 3,6% dell’intero tracciato stradale delle sei province colpite, di cui il 36,2% delle comunali e il 35,7% di quelle vicinali a uso pubblico, e il 18,5% delle private).
Dalla primavera all’autunno: dal 2 al 5 novembre anche la Toscana viene colpita dall’alluvione, con piogge torrenziali, esondazioni, danni e vittime (8 morti, 300 sfollati, danni stimati per quasi 2 mld). Sette le province interessate agli eventi, la più colpita quella di Prato, dove la prima sera, in appena tre ore, cadono circa 180 millimetri di pioggia, mentre diversi comuni fiscono allagati. Il 3 novembre viene dichiarato lo stato di emergenza nazionale e il presidente della Regione Eugenio Giani viene nominato commissario.
10 giugno: la scomparsa della piccola Kata
Il 10 giugno Kataleya Alvarez, per tutti Kata, sparisce nel nulla dall’ex hotel Astor a Firenze. Un vecchio stabile occupato da anni da una comunità multietnica, dove la bimba peruviana di 5 anni vive con la madre e il fratello. La procura apre le indagini. Al lavoro carabinieri, genetisti e superconsulenti. Un video riprende per l’ultima volta la bimba nell’ex albergo, alle 15,12 quando sale da sola le scale interne del cortile fino al terzo piano e successivamente, alle 15,13, quando torna giù, sempre da sola. Poi scompare. La madre, Katherine Alvarez, il 20 novembre è stata denunciata per lesioni aggravate. Avrebbe ferito ripetutamente con un coltello una connazionale nei bagni di una discoteca.
25 Agosto: lo stupro delle cuginette a Caivano
Il 25 agosto si viene a sapere che due cuginette di 10 e 12 anni del Parco Verde di Caivano (Napoli) nei mesi precedenti sono state vittime di reiterati abusi da parte di un gruppo di giovanissimi. È il fratello di una delle due ad apprendere da un account social anonimo dell’esistenza di video delle violenze: l’inchiesta porta a misure cautelari nei confronti di 7 minorenni e 2 maggiorenni. Pochi giorni prima, a Palermo, 7 giovani erano stati arrestati per lo stupro di una 19enne: anche in questo caso la violenza era stata filmata.
30 AGOSTO: strage di Brandizzo, il treno travolge gli operai
Il 30 agosto, poco prima di mezzanotte, un treno travolge una squadra di operai impegnati in lavori di manutenzione nella stazione di Brandizzo, a 20 km da Torino: 5 di loro – il più giovane ha solo 22 anni – muoiono, due restano miracolosamente illesi. Immediate esplodono le polemiche sulla sicurezza: errore di comunicazione? Binario ‘sbagliato’? Intervento anticipato? Vengono indagati l’addetto Rfi, uno dei sopravvissuti, e i vertici della Sigifer, l’azienda delle vittime. A novembre si aggiungono anche due dirigenti di Rfi.
3 ottobre: bus precipita da un cavalcavia a Mestre
La sera del 3 ottobre un pullman con a bordo turisti diretti a un campeggio di Marghera precipita dal cavalcavia di Mestre: il tragico bilancio finale è di 21 morti e 15 feriti. Tra le vittime – tutte straniere, tranne l’autista – un neonato di un anno, una bambina di 12 anni e una ventenne incinta in viaggio di nozze. L’inchiesta si concentra su tre elementi: lo stato di manutenzione del guard-rail, un eventuale guasto meccanico del bus a trazione elettrica di produzione cinese e un possibile malore del conducente. Ma quasi tre mesi dopo gli esiti sono ancora incerti.
11 novembre: la scomparsa e l’omicidio di Giulia Cecchettin
Giulia Cecchettin, laureanda in Ingegneria biomedica, scompare da Vigonovo l’11 novembre assieme all’ex fidanzato Filippo Turetta. Una settimana dopo il suo corpo senza vita viene trovato a Barcis, in Friuli e, nelle ore successive, il ragazzo, fermato a Lipsia dopo una fuga di 1000 chilometri, confessa agli agenti tedeschi di averla uccisa. “Ho fatto una cosa orribile, non accettavo fosse finita”ribadisce nel carcere di Verona al pm. Nel nome di Giulia fanno ‘rumore’ le piazze italiane gremite di donne e uomini per dire basta ai femminicidi. Ai funerali a Padova, davanti a diecimila persone, il padre Gino Cecchettin si augura che la storia della figlia segni “un punto di svolta” auspicando “leggi e programmi educativi per proteggere le vittime”.
20 dicembre: le condanne per l’omicidio di Saman
Tre condanne e due assoluzioni nel processo per l’omicidio di Saman, la ragazza pachistana uccisa a 18 anni la notte tra il 30 aprile e il primo maggio 2021 a Novellara dopo che rifiuto’ un matrimonio combinato. La Corte d’Assise di Reggio Emilia infligge l’ergastolo al padre Shabbar Abbas e alla madre Nazia Shaheen, ritenuti i mandanti, e 14 anni allo zio Danish Hasnain, considerato l’autore materiale. Assolti i due cugini Ikram Ijaz e Nomanhulaq Nomanhulaq. Cade per tutti l’aggravante della premeditazione e, in parte, viene smentita la ricostruzione della Procura. Risarcimenti per alcune associazioni islamiche e a tutela delle donne, nessuno per due figure chiave della vicenda, il fidanzato e il fratello minore di Saman.
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Fonte : Agi