Giallo a Milano. Una donna di 73 anni è stata trovata morta nel suo appartamento in via Crocefisso, vicino alle Colonne di San Lorenzo, nella tarda mattinata di mercoledì 13 dicembre. Si tratta di Fiorenza Rancilio, presidente della fondazione Augusto Rancilio, rapito nel ’78 dall’Anonima sequestri e mai tornato a casa. Dai primi riscontri, la vittima presenta fratture al cranio, come se fosse stata colpita più volte da un oggetto contundente, stando a quanto riporta MilanoToday. Era riversa a terra nel salone e la porta di ingresso dell’abitazione è risultata chiusa dall’interno. L’ipotesi al momento più plausibile è che la donna sia stata uccisa da qualcuno che conosceva. La morte della donna sembra assumere tutti i connotati di un omicidio la cui responsabilità potrebbe ricadere sul figlio 36enne. È quanto emerge da fonti investigative che spiegano che la posizione del figlio “potrebbe già cambiare stasera”. I carabinieri di Milano assieme al pm Ilaria Perinu stanno valutando alcuni oggetti trovati nell’appartamento di via Crocefisso nel cuore di Milano per accertare se uno di essi sia stata l’arma con cui è stata uccisa la 73enne. La Procura sta vagliando quali provvedimenti adottare nei confronti del figlio, trovato in stato confusionale di fianco al corpo senza vita della madre.
Fiorenza Rancilio uccisa in casa: a dare l’allarme la domestica
Secondo una prima ricostruzione, la domestica di Fiorenza Rancilio avrebbe tentato di entrare in casa senza successo, trovando la porta chiusa dall’interno. La donna, quindi, è scesa ai primi piani dove si trovano gli uffici di Palladium Group e Omnium Servizi Immobiliari, di proprietà della Rancilio, allertando i dipendenti. È solo a questo punto che il figlio avrebbe aperto. Il figlio di Fiorenza Rancilio sarebbe stato trovato accanto al cadavere della madre, nel salotto della casa della donna, chiusa dall’interno. Lo riferisce parlando con i giornalisti il marito della donna delle pulizie dell’appartamento.
”Mia moglie voleva entrare prima delle 8.30 ma era tutto chiuso. Ha provato dall’altro ingresso, su corso Italia, ma anche da quella parte era tutto chiuso”, racconta l’uomo. A quel punto la signora delle pulizie è andata a chiedere aiuto ai dipendenti della società immobiliare della Rancilio, che si trovano nello stesso condominio in cui vive la donna. ”Sono riusciti a entrare nell’appartamento e hanno trovato la dottoressa morta in salotto. Il figlio era accanto a lei”, riferisce il marito della domestica.
In casa con la donna c’era, infatti, c’era G.A. Rancilio, 36 anni, che abita al piano sotto quello della madre, l’ottavo. Secondo quanto appreso, sembrerebbe fosse sotto effetto di psicofarmaci. La sua posizione è al vaglio. L’uomo si trova sotto stato di shock e per questo è stato trasportato in ospedale per gli accertamenti del caso.
La famiglia della vittima
Fiorenza Rancilio si occupava della gestione degli immobili ereditati dal padre, Gervaso Rancilio (non collegato a Roberto, fondatore della Rancilio Group delle macchine del caffè). Gervaso andò dapprima in Francia a cercar fortuna, per poi tornare nel milanese dove iniziò a costruire interi quartieri nell’hinterland. Nel 1978 Gervaso si trovava con suo figlio Alfredo in un cantiere a Cesano Boscone. Vennero circondati e Alfredo fu rapito. Di lui non si seppe più nulla, finché il boss Saverio Morabito raccontò della sua uccisione. La fondazione Augusto Rancilio, ente culturale senza scopo di lucro, è anche proprietaria di Villa Arconati situata a Castellazzo di Bollate.
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Fonte : Today