OpenAI-Microsoft, la partnership finisce sotto indagine

Un primo passaggio che potrebbe portare in futuro anche a un’indagine formale. Come riporta Euractiv, l’Autorità per la concorrenza e i mercati (Cma) del Regno Unito ha invitato le terze parti interessate a esprimersi sulla partnership in corso tra Microsoft e OpenAI, ponendo per esempio l’attenzione sull’impatto che una potenziale acquisizione della società di San Francisco da parte di quella di Redmond potrebbe avere sul mercato britannico.

Finora il colosso fondato nel 1975 da Bill Gates e Paul Allen ha investito 13 miliardi nell’azienda che ha lanciato sul mercato, tra gli altri, ChatGPT. Poiché i termini delle varie transazioni non sono pubblici, la Cma sta cercando di capire se esse possano aver effettivamente portato a un’acquisizione. L’ipotesi che si arrivi a un’indagine formale, non impossibile, resta comunque subordinata al ricevimento di informazioni utili da parte delle stesse Microsoft e OpenAI, come ha fatto notare la direttrice senior per le fusioni dell’autorità Sorcha O’Carroll.

A destare i sospetti dell’autorità, che già a inizio 2023 aveva esaminato la questione, potrebbe essere stato l’ingresso senza diritto di voto di un osservatore della società di Redmond nel consiglio di amministrazione di OpenAI, confermata anche dal presidente della prima Brad Smith. Quest’ultimo ha comunque sottolineato che il caso è “molto diverso da un’acquisizione come l’acquisto di DeepMind da parte di Google nel Regno Unito”, pur assicurando la massima collaborazione alla Cma.

Secondo quanto affermato da Alex Haffner dello studio legale Fladgate, per poter davvero aprire un’indagine formale relativa alla partnership, la Cmadovrà trovare prove che le recenti conseguenze del caso Sam Altman abbiano portato a cambiamenti materiali nella governance di OpenAI e, più specificamente, nell’influenza di Microsoft sui suoi affari”. In questo senso, l’autorità lavorerà per verificare se la società di Satya Nadella abbia o meno ottenuto il controllo di fatto del 50% o più dei voti del consiglio d’amministrazione di quella di San Francisco.

Fonte : Wired