L’Italia si fa spazio nello Spazio. È iniziata l’avventura di Apogeo Space, la startup bresciana che vuole realizzare la prima costellazione privata di satelliti – made in Italy, appunto – dedicata all’Internet of Things (IoT): partiti l’11 novembre scorso a bordo del Falcon 9 di SpaceX, i primi 9 pico-satelliti sono stati da poco rilasciati e trasportati dal taxi spaziale di D-Orbit (altra impresa di logistica spaziale nostrana) e adesso si stanno mettendo in posizione. Se tutto va bene, la costellazione di 96 pico-satelliti sarà completata nel 2027 e dovrebbe garantire un servizio di telecomunicazioni globale, continuo e a basso costo.
L’internet delle cose
L’Internet delle cose (o Internet of Things, IoT) è una realtà ben presente nelle nostre vite. Sono orologi, veicoli, elettrodomestici e molti altri dispositivi elettronici smart, che raccolgono dati e si connettono alla rete perché noi – gli interessati – possiamo, per esempio, trovarli facilmente e accedere alle loro informazioni. Rientrano in questa dimensione i gps per sapere dov’è il nostro animale domestico così come le case domotiche e lo smart metering (cioè i sistemi di telelettura e telegestione dei contatori di acqua, gas ed energia elettrica), fino ad applicazioni per il monitoraggio dei ghiacciai o delle foreste per la prevenzione degli incendi, per il tracking continuo dei carichi marittimi e per l’agricoltura 4.0 (Smart Agriculture, AgriTech, FoodTech). Quest’ultima è una realtà ancora in divenire, ma che si presenta come una risposta concreta alla sfida alimentare del futuro, promettendo di semplificare le pratiche agricole e zootecniche e renderle più efficienti e sostenibili grazie al controllo da remoto e all’automazione.
Un mercato in crescita
Quello dell’Iot, dunque, è un mercato in espansione. L’interesse nel settore si vede anche dal volume degli investimenti. “Dal 2014 al 2022 – riferisce Daniele Lubelli dell’istituto di ricerca tedesco Statistica – c’è stata una crescita impressionante sia in termini di investimenti che di operazioni completate”. Il contesto europeo è promettente, attrae sia investitori europei che extraeuropei, e le risorse al momento sono distribuite in modo abbastanza uniforme lungo tutta la catena del valore del settore spaziale.
Per quanto riguarda l’Italia, secondo i dati dell’Osservatorio Internet of Things della School of Management del Politecnico di Milano, nel 2022 c’è stata una crescita del 13% rispetto al 2021, per un ammontare complessivo di 8,3 miliardi di euro: gli oggetti connessi a fine anno erano 124 milioni (cioè circa 2 per abitante). Un buon numero, anche se non elevatissimo – commenta Mattia Cerutti dell’Osservatorio IoT – , segno che l’interesse per le applicazioni della tecnologia è alto ma che c’è ancora lavoro da fare. Soprattutto in termini di offerta e miglioramento dei servizi: solo una percentuale contenuta dei dispositivi IoT oggi riesce a essere intercettata in modo continuativo dai servizi satellitari.
La costellazione italiana
La costellazione di satelliti di Apogeo Space ha proprio questo fine: offrire un servizio di telecomunicazioni globale continuo, a costi contenuti. Per riuscirci, spiega il Ceo e co-fondatore Guido Parissenti, si è scelto di puntare sulla miniaturizzazione della tecnologia dei satelliti. Dopo i primi “esperimenti” (nel 2021-22 sono stati messi in orbita due piccoli dimostratori sperimentali), l’azienda bresciana ha disegnato, progettato e realizzato dei satelliti che si potrebbero definire tascabili, visto che misurano 10x10x3 cm e pesano meno di 1 Kg ciascuno. “In questo modo, con un investimento relativamente ridotto, siamo in grado di mandare in orbita molti pico-satelliti che, una volta in posizione (a oltre 500 chilometri di quota, nella bassa orbita terrestre, nda) e completamente operativi, saranno in grado di coprire l’intero globo in modo continuativo”, riferisce Parissenti. In altre parole, ogni punto della Terra in cui si trovi un sensore connesso alla rete di pico-satelliti sarà sempre connesso e contattabile in tempo reale o quasi.
Fonte : Wired