Europa Verde, Eleonora Evi si dimette: “Partito personale e patriarcale”

Terremoto in casa verdi. Nei giorni in cui si l’Italia discute di violenza di genere e patriarcato, la co-portavoce del partito, Eleonora Evi, si dimette dall’incarico motivando la sua decisione con un lungo scritto in cui lancia accuse molto pesanti. “Dopo le politiche 2022 – scrive Evi – qualcosa ha scatenato un corto circuito quasi indecifrabile. Improvvisamente i vecchi dirigenti hanno iniziato a fare muro contro di me, e questo perché avevo idee diverse e pretendevo, da co-portavoce nazionale, di essere a conoscenza, ad esempio, delle decisioni politiche sulle liste, sulle alleanze e sulle strategie della campagna elettorale”.

“Dopo le politiche muro contro di me”

Un’accusa pesante, quella dell’ormai ex numero “uno bis” del partito, che lamenta di essere stata messa allo scuro delle decisioni, prima fra tutte quella dell’alleanza con Sinistra Italiana. Nel lungo j’accuse viene più volte ribadita un’assenza di democrazia interna, con parole che scorrendo il testo diventano sempre più pesanti. “Sono stata accusata di ingratitudine nei confronti della ‘famiglia verde’ – spiega la deputata già ex Movimento 5 Stelle – che mi aveva accolta e offerto uno scranno in Parlamento. Idee, proposte o visioni alternative (quando non complementari!) a quelle dell’establishment del partito, infatti, generano nei suoi esponenti reazioni impreviste: ora chiusura, ora diffidenza o sospetto. Talvolta paternalistica e vuota condiscendenza. Non di rado livore, rivendicazione”.

“La mia figura sempre più oscurata”

Nelle parole dell’esponente di Europa Verde traspare un isolamento politico e persino una discriminazione paradossale per chi occupa la parte sinistra dell’emiciclo. “Nel corso di questo ultimo anno – continua – la mia figura è stata sempre più oscurata e così, di fatto, è stato annullato il ruolo della co-portavoce femminile del partito, sul piano politico e comunicativo. Poco importerebbe lo scavalcamento sistematico della mia figura se questo non fosse il segno e solo uno tra le numerose espressioni sintomatiche della deriva autoritaria e autarchica del partito”. A chiudere l’invettiva, l’accusa più pesante: “Rassegno le mie dimissioni da co-portavoce pur restando fermamente convinta della necessità di un progetto ecologista italiano coraggioso e contemporaneo, e non l’ennesimo partito personale e patriarcale”, conclude.

Bonelli: “Da Evi accuse false”

Un fulmine a ciel sereno, giurano fonti interne al partito, che ha lasciato sbigottiti un po’ tutti, a cominciare da Angelo Bonelli. Le parole che più bruciano sono “paternalismo” e soprattutto “patriarcato”, che per ovvii motivi rischiano di procurare un grave danno d’immagine. “È falso – replica il leader interpellato dai cronisti in Transatlantico – chiedetelo a chi mi conosce, alle donne nei Verdi, alla Zanella. Le opinioni diverse sono quelle sulla lista unitaria con Sinistra Italiana alle elezioni europee. Lei non è stata d’accordo con la decisione che abbiamo preso. E ci siamo confrontati su questo. Sono uno che ascolta e si confronta. Storicamente”.

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La controreplica

Una difesa, quella di Bonelli, che non placa la ex co-portavoce. “Io ho contestato principalmente il metodo – replica – visto che la decisione dell’alleanza per le europee è stata comunicata sui giornali prima ancora di passare dal nostro consiglio federale”. Evi non arretra neanche sull’accusa di atteggiamento patriarcale “Chiedere alle altre? Beh, si potrebbe chiedere anche a Simona Saraceno che si è dimessa anche lei oggi da co-portavoce del Lazio”.

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Fonte : Today